Gli Alunni del sole, è un gruppo pop/rock con tendenza progressive, ha iniziato il suo percorso musicale verso la fine del beat italiano, furono lanciati da Renzo arbore nella trasmissione televisiva Speciale per voi, dove erano ospiti fissi. Siamo nel 1969, e il loro 45 giri “ľ aquilone” ebbe un enorme successo, bissato poi da “concerto” che è uno dei miei brani preferiti.
Ma la canzone di cui vorrei parlarvi oggi, è quella che probabilmente tutti abbiamo quantomeno fischiettato, Liù. Motivo orecchiabile ma con arrangiamento particolare, vinse il Festivalbar nel 1978.
Ciò che mi colpisce del brano, però, non è la melodia, ma il testo, che con una semplicità disarmente descrive una ragazza che vive con leggerezza e spensieratezza la sua libertà sessuale senza essere giudicata, e anzi, fa addirittura innamorare il narratore, nonostante si stendesse su tutti senza chiedersi perché, sul divano o un letto caldo.
Ora pensiamo che sono passati 46 anni, come detto era il 1978, l’emancipazione femminile in italia era ancora lontana, la gente si scandalizzava delle gravidanze indesiderate e si credeva ancora nella verginità. Eppure Liù era lì, in testa alle classifiche, forse a rappresentare la voglia di cambiamento delle nuove generazioni. Non servono manifestazioni, rappresaglia e e guerre per fare una rivoluzione, basta una canzone con le note giuste, e quasi mezzo secolo dopo la sua uscita, si canticchia ancora con un sorriso sornione. Oggi è la festa delle donne, io non andrò a fare baldoria. Ma ricorderò chi per la mia libertà, ha lottato rimettendoci la pelle, e lo farò ascoltando Liù, perché a modo suo, anche lei ha lottato per qualcosa di importante, anche se nessuno se n’è accorto.
8:00: LA POESIA a cura di Selene
8:00
Bellissimo post!
Miseri esseri umani i maschi (ma pure tutti di qualsiasi genere) che dinanzi ad un no, reagiscono con la violenza.
Demoni frustrati, li chiamerei…
Bellissimo post. Qualcuno considera l’otto marzo la festa delle femministe. Io non lo sono mai stata e non ne ho sentito il bisogno , perché la mia generazione ha beneficiato delle lotte degli anni ‘60 e ‘70, che ci hanno garantito il diritto di divorziare, di interrompere una gravidanza (doloroso ma a volte necessario), di non essere vittime del delitto d’onore (abolito in tempi scandalosamente recenti) e via dicendo. Questi diritti li crediamo acquisiti per sempre, ma potrebbero essere messi in discussione. Per il bene delle nostre figlie, ben venga il femminismo se le fara’ riflettere su questo.