Oggi voglio spostare la vostra attenzione sul Teatro tranquilli nulla di noioso ma di divertente…
In questi giorni, esattamente dal 9 Maggio 2024, Rai Play ripercorre uno spettacolo che vi consiglio di vedere (io personalmente ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo in Teatro) di Dario Ballantini che porta a teatro un cavallo di battaglia del suo repertorio giovanile: il grande Ettore Petrolini ossia “Ballantini&Petrolini”.
Dario Ballantini, Livornese, classe 1964. Si avvicina alla pittura e al teatro già tra le mura di casa: il padre e lo zio dipingono, il nonno recita in compagnie filodrammatiche e lo zio è tenore. Dopo aver frequentato un corso di tratteggio tenuto da Giulio Guiggi, frequenta l’indirizzo artistico del liceo scientifico sperimentale di Livorno dove è allievo di Giancarlo Cocchia. Nel frattempo comincia a manifestarsi la sua febbre da palcoscenico e la sua passione per le figure di Totò, Petrolini e Alighiero Noschese. Nel 1994 approda a Striscia La Notizia e nasce l’imitazione dello stilista Valentino con l’innovativa idea di utilizzarlo per servizi “on the road” che gli permette di sfruttare trucco, mimica e travestimento facendo interagire il personaggio con chiunque incontri. Il programma di Ricci ne fa un’icona e sulla scia del risultato faranno seguito altre interpretazioni di successo come Gianni Morandi, Margherita Hack, Vasco Rossi, Gino Paoli fino ai politici dei giorni nostri.
Ma veniamo allo spettacolo che è una pièce teatrale in uno studio multimediale per far conoscere ai giovani un artista senza tempo.
Con la consueta maniacale ostinazione per il totale camuffamento, l’artista livornese riesce in questo spettacolo a far rivivere sette personaggi creati dal grande comico romano nato a fine dell’800: Gigi II Bullo, Salamini, la Sonnambula, Amleto, Nerone, Fortunello e Gastone si ripresentano in scena nel nuovo millennio. Tra un personaggio e l’altro, cosa da non sottovalutare, Ballantini si trucca a vista utilizzando una sorta di camerino aperto, recuperando anche i suoi vecchi trucchi teatrali. L’artista livornese approfondisce alcun contenuti ed osservazioni, per spiegare e dare importanza al recupero di memoria collettiva e per preservare il futuro dei comici dalla mancanza di agganci con il passato.
Quanti oggi sanno che il celebre motto del campione di ciclismo Gino Bartali “L’ è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” era in realtà uno dei tormentoni di Ettore Petrolini? O che “Tanto pe cantà”, successo da hit parade di Nino Manfredi al festival di Sanremo del 1970, era in realtà un brano di quaranta anni prima, con il quale Petrolini, in dialetto romanesco, invitava alla spensieratezza della gioventù, facendo il verso ai cantanti impegnati dell’epoca, a cavallo tra le due guerre mondiali? E chi ricorda la fulminante battuta “me ne fregio”, pronunciata da un irriverente Petrolini nel ricevere una medaglia da Benito Mussolini? Sono alcune delle curiosità che fanno da filo conduttore allo spettacolo “Ballantini&Petrolini”.
Dario Ballantini, poliedrico attore, imitatore e pittore, che dal palco della Sala multimediale di Radio Rai, in via Asiago, rende omaggio all’artista romano, che ha segnato la storia del teatro comico del primo Novecento. Un genio assoluto che ha inventato di fatto un nuovo linguaggio, ancor oggi immutabilmente potente, attraverso le sue intuizioni, i suoi “tormentoni” e personaggi “stralunati”. Si potrebbe addirittura dire che Petrolini ha inventato il rap, mettendo insieme parole e movimenti, che poi, nel corso degli anni, avrebbero ispirato artisti di ogni genere, perfino nel punk elettronico e anche una certa parte della produzione di Rino Gaetano. Annotazioni che si riscoprono nei personaggi, interpretati da Ballantini: Gigi il Bullo, Salamini, la Sonnambula abruzzese, Amleto, Nerone, Fortunello, Gastone, il clown del circo Belley e lo stesso Ettore Petrolini.
La scommessa era duplice far riscoprire un artista, come Petrolini, che i più giovani conoscono poco o nulla e che in Italia non sempre è celebrato come merita e, allo stesso tempo, “girare” una pièce teatrale in uno studio multimediale della Visual radio per realizzare un prodotto, fruibile su tv, radio e piattaforme on Demand con identico standard qualitativo.
Tra un personaggio e l’altro, Ballantini si trucca a vista, nella penombra, in una sorta di camerino all’aperto con specchio e luci da varietà. Di grande fascino il racconto dell’artista livornese sugli oggetti di scena, ognuno con la sua storia: giacche, nasi e parrucche che in pochi secondi fanno “scomparire” Ballantini nei personaggi di Petrolini. Lo stesso “camerino” nasce nel 1983, come regalo del padre al giovane Dario, assi di legno con uno specchio, circondato da lampadine, da assemblare ad incastro, trasportate con un manico di corda, come fossero una pesante valigia. Il commento musicale e la riproposizione dei successi di Petrolini, tra i quali la famosissima “Tanto pe’ Cantà “, sono affidati al virtuoso fisarmonicista Marcello Fiorini. La regia è di Massimo Licinio e Ilaria Pacelli.
Ma vediamo chi è Ettore Petrolini attore, cabarettista, cantante, drammaturgo, sceneggiatore, compositore e scrittore italiano, specializzato nel genere comico.
Personalità originalissima e caustica, in cui la vena popolare e romanesca coesisteva con una cultura d’autodidatta, ha fatto ricordare fra l’altro, a proposito della sua arte irripetibile e imitatissima, Plauto e la Commedia dell’Arte. Più ancora che nelle altrui o proprie commedie “regolari” (amaro e ghignante Chicchignola), il suo estro dissacratore rifulse in sketch come “I salamini”, “Più stupidi di così si muore”. Impietoso “ridicolizzatore” di miti e di luoghi comuni creò maschere satiriche come “Gastone”, parodia del viveur dannunziano, e “Nerone”, macchietta nata nel 1918 come parodia della romanità e che finirà per assurgere a satira del regime fascista miti come Faust,fu più o meno inconsapevolmente legato a esperienze del suo tempo.
Petrolini era famoso per sapere giocare con i significati e le forme del linguaggio, da autentico funambolo delle parole, e fu maestro della mimica.
Nel 1913 e nel 1920 aveva partecipato a due film muti: Petrolini disperato per eccesso di buonumore e il lungometraggio drammatico Mentre il pubblico ride. Più tardi riprese l’attività cinematografica in tre film sonori, testimonianza preziosa del suo modo di recitare: Cortile (1930), Medico Per Forza (1931) e soprattutto Nerone (1930), che comprendeva una raccolta delle sue più tipiche macchiette.Fu anche autore di teatro, Chicchignola (1931) è considerata la sua opera più riuscita. Le sue ultime parole sul letto di morte furono:” Che vergogna morire a cinquant’anni!” (Nonostante ne avesse due in più muore a Roma nel 1936). Comico fino alla fine.
Gastone è una canzone di Ettore Petrolini, composta nel 1924, che faceva parte dell’omonima commedia. Il brano fu inciso da Petrolini con la Compagnia comico romano nel 1943 in un 78 giri, dove il brano era diviso in parte prima e seconda.
Gastone è il personaggio caricaturale del vitaiolo, dello snob da strapazzo cui la guerra ha rovinato la ‘carriera’, creato e interpretato dallo stesso Petrolini nel primo dopoguerra, e divenuto subito popolare.
Ettore Petrolini è considerato uno dei massimi esponenti del teatro minore, termine con il quale si indicano il teatro di varietà, la rivista e l’avanspettacolo.
Alcuni personaggi nati come macchiette, nel tempo divengono veri e propri personaggi di commedia.
Per concludere il ritratto di Petrolini è importante concludere con un accenno alla musica che è parte integrante del suo teatro: molti tra i suoi personaggi cantano canzoni e filastrocche o recitano su un sottofondo musicale. Tra i successi musicali si ricordano Una gita a li castelli, nota anche con il titoli Nannì, e Tanto pe’ cantà.
Insuperabile interprete della beffarda anima romanesca, della quale diede a teatro i saggi più saporiti, in un succedersi impetuoso di abili motti, battute, tu per tu col pubblico, di corrosive macchiette che a volte toccavano il carattere. Famosissimi i suoi personaggi, Gastone, eroe di quel varietà da cui Petrolini proveniva, Er sor Capanna, Fortunello, Giggi er Bullo, Mustafà, Nerone, ecc. Impossibile rifare l’elenco delle sue creazioni: molti suoi “sfottò” divennero proverbiali, le sue canzoni erano ripetute da tutti.
Ettore Petrolini può essere infatti considerato il precursore di tutta la comicità italiana, pure moderna, compresa la versatile creazione di personaggi che, corredati da rudimentali trucchi speciali, sono stati anche d’ispirazione per molti grandi interpreti della scena italiana. Il lavoro di ricerca dei trucchi e costumi originali restituisce l’atmosfera pionieristica di questo genio assoluto.
Vi consiglio di vedere se ancora non lo avete fatto questo spettacolo che definisco ben organizzato, chiaro ed incisivo, bravissimo l’attore. Attore di grande qualità e argomento trattato in modo magistrale da Dario Ballantini.
Segnalo il link dove poter vedere o rivedere questo spettacolo https://www.raiplay.it/programmi/ballantiniepetrolini.
Alla Prossima per sapere quando rimanete connessi su Radio Febbre.
By SonoSoloParole