Quest’anno ho deciso di passare le mie vacanze in Grecia, l’incantevole e cosmopolita Corfù, dove natura, storia, arte e tradizioni si intrecciano dando vita ad un universo tutto da esplorare.
Inizierò a raccontarvi la mia visita approfondita di Corfù città.
Il nome del capoluogo di questa terra antica, conosciuta dagli avi anche col nome di Kerkyra, è molto semplice da ricordare visto che non si discosta poi tanto da quello che distingue questa piccola perla delle isole greche: prende infatti il nome di Corfù Town o semplicemente Corfù, al quale viene aggiunto l’appellativo città per distinguerla dall’isola tutta. Qui si concentra più del 30% della popolazione corfiota, che affolla i tipici kantounia, vicoletti lastricati del centro storico dove si possono ammirare diversi palazzi di epoca veneziana, o magari cerca attimi di solitudine passeggiando sul lungomare verso la baia di Garitsa.
La storia di Corfù comincia nell’ottavo secolo avanti Cristo quando Corinto, che all’epoca era una ricca e potente città stato del Peloponneso, fonda una piccola colonia sull’isola e la chiama Kerkyra questa prima colonia greca che si trovava poco a sud dell’attuale centro storico del capoluogo era un posto di sosta e rifornimento per le navi che andavano dalla madrepatria alle colonie greche in Italia solo cinquecento anni dopo la sua fondazione Kerkyra fu una delle prime terre greche a cadere sotto l’influenza di Roma quando poi l’impero romano si divisa in due parti una ovest con capitale Roma e lingua latina è una est con capitale Costantinopoli e lingua greca che arricchirà si trova a far parte dell’impero romano d’oriente e questa cosa più di ogni altra ne condizionerà la lingua la religione e la cultura per tutti i secoli futuri
Quando Il periodo bizantino dell’isola finisce con la quarta crociata, i cavalieri crociati partiti per conquistare la terra santa, si fermarono lungo la strada a Costantinopoli, la saccheggiarono e cominciarono a dividersi tra loro l’impero bizantino che fini quindi diviso tra veneziani, genovesi e franchi e Kerkyra dopo alcune vicende finisce sotto il dominio veneziano ed assume il nome italiano di Corfù.( tradotto significa “i due picchi”, con riferimento alle due principali montagne che segnano il profilo dell’isola, alte rispettivamente 914 e 849 m).
I veneziani rimangono sull’isola ben 400 anni resistendo a tantissimi tentativi di conquista da parte dell’impero ottomano che nel frattempo aveva conquistato Costantinopoli la Grecia e i Balcani. Dopo la sconfitta di Napoleone e dopo una breve parentesi di indipendenza Corfù e le isole ionie passano alla Gran Bretagna e vengono amministrate da un alto commissario nominato dalla corona inglese nel frattempo però la Grecia si ribella ai turchi ed ottiene l’indipendenza nel 1864, gli inglesi cedono le isole ionie al Regno di Grecia e Corfù diventa ufficialmente greca.
La maggior parte degli abitanti della Grecia e di Corfù è infatti di religione greco ortodossa. La prima cosa che si nota in una chiesa ortodossa è che l’altare non si vede in tutte le chiese ortodosse infatti la zona in cui si trova l’altare dove si trovano i sacerdoti è separata dalla zona in cui si trova la comunità da una grande parete ricoperta di icone che si chiama Iconostasi. A differenza dei dipinti e delle statue delle chiese cattoliche che hanno solo una funzione decorativa o al massimo servono a ricordare un evento un santo, le icone, gli affreschi delle chiese ortodosse incarnano realmente il divino sulla terra questo vuol dire che per gli ortodossi le icone contengono realmente l’essenza mistica del santo sono come un pezzettino del santo che viene rappresentato e quindi per questo motivo sono venerate come se fossero una parte del santo stesso l’iconostasi quindi non vanno intese come separazione ma come ponti di collegamento tra il mondo terreno il mondo divino.
La città di Corfù reca moltissimi segni della dominazione Veneziana. Il centro storico si caratterizza da strade strette simili a calli e palazzi in stile veneziano.
Il punto principale della città è il centro storico, conosciuto come Campiello e Patrimonio dell’Umanità Unesco, uno dei quartieri più affascinanti di tutto il centro storico di Kerkyra, dove si può respirare la vera essenza dell’isola. Vi sembrerà di passeggiare per le vie di Venezia. La dominazione Veneziana ha lasciato soprattutto segni nell’architettura cittadina. I viali sono lastricati, stretti e attorniati da palazzi storici molto simili a quelli veneziani. Le strette vie, conosciute in greco come kantounia, ricordano le tipiche calli della città lagunare.
Situata tra il Campiello, a nord, e il quartiere Spilia, più a sud, si trova il più vecchio edificio della città, risalente al 1497, il cui balcone ha molte similitudini con quello di Giulietta e Romeo a Verona.
Il punto di ritrovo preferito, soprattutto dai giovani, è la Spianada, la piazza principale della città vecchia, dove ci si può sedere a scambiare due chiacchiere amichevoli in uno dei tanti caffè tradizionali situati sotto i portici del Liston.
Il Listòn è un’ampia strada pedonale dal nome tipicamente veneziano. Si trova a pochi passi da piazza Spianada. L’origine del nome è curiosa: con Listòn si intende quella strada ampia e larga dove, per accedervi, bisognava essere in una lista. Nella Venezia del ‘700 ci potevano camminare solo i nobili e anche qui, all’inizio del viale, si trovavano delle persone che permettevano solo a chi fosse in lista di passeggiare.
I Corfioti si incontrano qui di buon mattino per bere un cafè frappè oppure durante la giornata per bere un aperitivo come l’ouzo con meze, il tipico aperitivo locale.
Ma pensare che sia stata la sola Venezia a influenzare lo stile di vita della città sarebbe un grosso sbaglio. Infatti basta osservare la facciata del Listòn per ritrovarsi in un attimo catapultati in Rue de Rivoli, nella romantica Parigi. Questo palazzo fu costruito dai francesi nel XIX secolo, quando Napoleone Bonaparte sconfisse i veneziani e si accaparrò le isole Ionie. Ad essi si deve anche la piantumazione della Spianada che oggi rappresenta lo spazio verde cittadino più grande della Grecia intera. Qui si svolgono parecchie delle manifestazioni pubbliche di Corfù Town.
Sul lato settentrionale del Listòn si trova la Residenza Reale, oggi adibita a Museo d’arte e biblioteca pubblica. E’ conosciuto come palazzo dei Santi Michele e Giorgio. Al centro si trova una fontana con la statua del commissario inglese Federico Adams. Realizzato in tufo di Malta tra il 1819 e il 1824 su progetto del colonnello G. Whithmore, è questo l’unico esempio di architettura Giorgiana in tutto il Mediterraneo.
Nato in origine come residenza del Governatore britannico Sir T. Maitland, divenuto poi dimora estiva dei Reali greci, è stato restaurato in previsione dell’Incontro al Vertice dell’Unione Europea avvenuto nel 1994.
In passato fu la sede prima dell’Ordine dei Cavalieri di San Giorgio e San Michele, da cui il palazzo prende il nome, e poi anche del Senato della Repubblica delle Ionie.
Oggi invece ospita il Museo di Arte Asiatica, la Pinacoteca comunale e la Sovrintendenza alle Antichità Classiche di Corfu.
Dal punto di vista architettonico il Palazzo di San Michele e San Giorgio è caratterizzato da un colonnato dorico sulla facciata e da bassorilievi lungo tutto il cornicione che raffigurando le sette isole dello Ionio; Corfu è simboleggiata da una nave.
Alle due estremità del palazzo ci sono due archi o porte, quella di sinistra è la porta di San Giorgio, sotto cui si passa in macchina per raggiungere il porto vecchio, mentre a destra vi è quella di San Michele e conduce ad un giardino interno.
Di fronte a questo palazzo neoclassico ci sono dei giardini e una fontana al cui centro spicca la statua in bronzo di Sir Frederick Adam, colui che curò la costruzione dell’acquedotto cittadino.
All’interno del palazzo sono di notevole impatto la sala centrale del piano terra, decorata con colonne ioniche e affreschi di scene dell’Odissea, e la scala che porta ad all’anticamera del primo piano decorata con colonne corinzie.
Le sale presenti al piano terra sono tre: la sala delle danze che è rotonda, la sala del trono e quella dei banchetti.
Ci sono poi la biblioteca municipale, al primo piano il Museo di Arte Asiatica, nell’ala est una galleria d’arte, con le opere di artisti corfioti del XIX secolo, dove vengono organizzate anche delle esibizioni temporanee e una caffetteria che alle pareti mostra delle mappe di grande valore storico ed artistico.
Vi è poi davanti al giardino il busto in Bronzo di Gerald Durrel , un naturalista, zoologo ed esploratore britannico. È conosciuto soprattutto per aver fondato la Durrell Wildlife Conservation Trust, un’organizzazione con lo scopo di salvare le specie in via di estinzione(con il naso lucido dove i turisti superstiziosi strofinano per fortuna ai Giardini).
Il Palazzo del Municipio è situato in via Voulgareos e si affaccia su una delle più belle piazze della città vecchia che in passato era il fulcro della vita dei corfioti, in origine il Municipio era la Loggia dei Nobili ed è l’unico edificio che presenta dei muri ricoperti con pietra di Sinies scolpita.
Cambiò varie volte l’utilizzo di questo edificio, da circolo per i nobili diventò nel 1720 il teatro lirico “San Giacomo” (dal nome del duomo cattolico presente nella piazza) e poi nel 1903 fu aggiunto un piano e divenne sede del Comune di Corfu.
Dal punto di vista architettonico presenta sulla facciata e sul retro decorazioni in pietra raffiguranti maschere, iscrizioni storiche e altri simboli come l’emblema dell’isola (una barca).
Su uno dei lati è presente il busto mutilato dell’ammiraglio F. Morosini con anche la descrizione delle sue imprese e quattro fanciulli intorno a lui che simboleggiano le sue virtù.
Il busto fu mutilato dopo l’infame bombardamento del 1687 ordinato dallo stesso ammiraglio.
Un luogo da non perdere è il Parlamento lonico, un edificio in stile neoclassico sede storica del parlamento dell’arcipelago delle isole lonie risalente al 1855 costruito da Ioanni Chroni. Esternamente il palazzo si presenta con quattro colonne e un portale semplice. In alto si trovano alcune iscrizioni in doppia lingua, inglese e greco. Col restauro del 1978 l’edificio fu riconvertito nel museo dei combattenti per l’indipendenza.
Edificio in stile neoclassico è caratterizzato da un colonnato dorico all’ingresso e da iscrizioni in greco e in inglese sui due lati.
Le iscrizioni ricordano la proclamazione dell’annessione delle Isole Ionie alla Grecia che è stata votata proprio in questo edificio nel 1864.
Di fianco al Liston troviamo Piazza Spianada non nasce come vero luogo di aggregazione, ma per ragioni strategiche: Venezia, che dominò a Corfù dal 1386 al 1796, nel 1576 iniziò la demolizione delle case che si ergevano attorno alla Fortezza Vecchia. In questo modo i difensori della città potevano controllare meglio la zona. In 12 anni furono abbattute più di 2500 case. Fu “spianato” tutto, da qui il nome della Piazza. In un secondo momento fu riempita di alberi. Gli inglesi portarono a Corfù il cricket e per questo una parte dalla spianata la si usa alla domenica per giocare a cricket con giardini ben curati.
Piazza Spianada si divide in due parti: la parte più a nord è adibita a parcheggio, la parte più a sud è una grande giardino verde, con la sterna – cisterna, in stile ionico, costruita in onore del primo Commissario inglese Sir Thomas Maitland. C’è anche un palco, dove di sera spesso si trovano alcune band suonare musica jazz o classica.
Tra le cose da vedere a Corfù Town ci sono le Fortezze. Quella più nota è la Fortezza Vecchia, situata a est sul mare, mentre a ovest si trova la Fortezza Nuova. In passato le due fortezze erano unite da mura a protezione degli abitanti. Vi erano quattro porte di accesso alla città ma solo due delle quattro sono giunte a noi.
Ora di esse riane ben poco, solamente la porta di Spilia e la porta di San Nicola, due dei quattro ingressi che permettevano l’accesso al centro abitato
La Fortezza Vecchia che, insieme alla Fortezza Nuova, Néo Froúrio, delimita il cuore storico di Corfù Town.
La Fortezza Vecchia, Palaio Frourio, fu costruita a guardia del porto, su uno sperone di roccia che si protrae sul mare. In loco, all’epoca bizantina, sorgeva un antico castello con città annessa, circondata da imponenti mura di pietra. Questo perché, come notarono anche i veneziani, la posizione era ottima per difendersi dagli assalti nemici; furono proprio gli abitanti della Serenissima, dopo l’assedio turco del 1537, a decidere di innalzare un bastione fortificato proprio su quel promontorio. Per renderlo inespugnabile, lo separarono dalla terraferma con un grande fossato chiamato Contro Fossa. Un ponte unisce Palaio Frourio al resto dell’isola, il cui ingresso, situato nei pressi della Spianada, è rigidamente controllato dalla statua del generale Schulenburg che tanto si prodigò durante la battaglia contro i turchi del 1716. Al suo interno possono essere visitati diversi edifici, La cappella militare Madonna dei Carmini, la prigione, l’ospedale militare, oggi riconvertito in scuola di musica, e la cappella a forma di antico tempio greco dedicata a San Giorgio; quest’ultima fungeva da chiesa per i soldati inglesi stanziatisi in loco, che costruirono anche due caserme all’interno di queste mura di cui una, oggi, è adibita a biblioteca. Ma il punto più scenografico della costruzione si raggiunge tramite una lunga scala in pietra grazie alla quale è possibile conquistare la cima dell’antica Torre dell’Orologio. Da qui è stato lasciar vagare lo sguardo sulla città e sul mare circostante, panorama da togliere il fiato per chi come me non è abituata alla magia che la bella Corfù sa ispirare.
La Fortezza Nuova, o Neo Frourio, fu costruita tra il 1576 e il 1645, sul colle di San Marco. Fu in parte distrutta durante la seconda guerra mondiale ma, grazie ad una ristrutturazione parziale, oggi è utilizzata per esporre dipinti, sculture e fotografie, e ospitare concerti a altri eventi artistici. È divisa in due livelli e consta di due bastioni dalla cima dei quali si può ammirare il panorama sul mare e sulle montagne. Diversi tunnel oggi non più transitabili la collegavano alla fortezza vecchia. Purtroppo, a causa delle bombe che ne distrussero gran parte, di essa oggi non rimane tanto; tuttavia alcuni dettagli, come la strada lastricata dove sorge una delle due porte di accesso fieramente sorvegliata dal leone di San Marco, ci fanno comprendere che anche questa fortezza, nei suoi giorni migliori, a pari di quella vecchia, rappresentò un’importante opera architettonica i cui resti vale sempre la pena ammirare.
L’edificio religioso più importante della città di Corfù è La chiesa di Agios Spyridon, San Spiridone, risalente al 1590 e realizzato su concessione veneziana per poter custodire le reliquie del Santo.
La chiesa di San Spiridone è dedicata al pastore poi diventato Vescovo di Trimitonte, nell’isola di Cipro. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa ed è Patrono di Corfù. Tra i suoi meriti, quello di aver salvato l’isola da vari disastri, soprattutto dall’assedio turco. Le sue spoglie furono portate a dorso d’asino da Costantinopoli a Corfù e riposano in una bara argentata all’interno di una piccola cappella, sul lato destro della chiesa a fianco del presbiterio, in una teca d’argento costruita a Venezia.
Sul soffitto a cassettoni in legno si trovano svariati affreschi, rappresentanti la vita del Santo. La chiesa possiede anche tesori di inestimabile valore e il campanile esterno, il più alto delle isole lonie.
Purtroppo dell’interno non ho foto poiché è Vietato scattare foto all’interno della chiesa.
La chiesa del santo patrono è di gran lunga il monumento religioso più famoso di tutta l’isola. L’interno, a una navata, è riccamente decorato con affreschi, icone sacre, ex voto, candelabri e lampadari. Tutto rigorosamente in oro e argento, compreso il meraviglioso soffitto cassettonato. L’imponente campanile, con la sua caratteristica cupola rossa, fa da sfondo fisso alla visita del centro storico di Corfù e fa da guida a turisti e pellegrini che vogliono rendere omaggio al pastore turco scelto dai corfioti come patrono della città. Per commemorare alcuni dei suoi tanti prodigi, ardono all’interno di questo edificio sacro delle lampade votive. La prima, donata dal senato veneziano, raffigura il santo con il leone di San Marco, con l’altra, di dimensioni maggiori, viene espressa la riconoscenza al pastore turco, dall’ammiraglio veneziano Andrea Pisani per aver protetto le sue flotte. Venne costruita nel 1590, nel luogo dove sorgeva La chiesa di Sorokos che venne abbattuta per far spazio alle mura cittadine. La sua torre campanaria, elevata nel 1620, ricorda tanto quello della chiesa di San Giorgio, a Venezia; d’altronde l’edificio tutto è un classico esempio di architettura veneziana, nel quale sono veramente da ammirare gli affreschi contornati d’oro che ricoprono il soffitto a cassettoni. Raffigurano la vita del santo; furono realizzati dal pittore Panagiotis Doxaras e, in seguito a episodi di umidità che li rovinarono, sostituiti da copie realizzate nel 1850 da Nikolaos Aspiotis.
E, a proposito di musei, interessante è stato vedere anche il museo bizantino, situato nel quartiere antico della città, il Campiello, e il museo archeologico che, in pieno centro storico, ci narra di un’isola antica dove la cultura ellenica aveva raggiunto la sua massima espressione.
Ospita anche la pinacoteca comunale e la sovraintendenza alle antichità classiche dell’isola. La denominazione esatta di questa sontuosa costruzione è Palazzo di San Michele e San Giorgio ma, visto che ospitò le teste coronate greche fino al 1913, si è soliti indicarlo con l’appellativo di Palazzo Reale. È costruito a picco sul mare, ed è un tipico e raro esempio di architettura georgiana nel Mediterraneo.
Al suo interno è stato interessante visitare la sala centrale, con tutti i suoi affreschi ispirati alle scene dell’Odissea, la sala delle danze, con la sua peculiare forma rotonda, le sale del trono e dei banchetti. Al primo piano trovano spazio tutte le varie esposizioni museali e una caffetteria con vista mozzafiato sul mare, rilassante parentesi per riposarsi dopo tanto andare.
Un altro luogo di culto importante per Corfù città è la cattedrale cattolica Agios Iakovos, dedicata per l’appunto a San Giacomo e situata in piazza del Municipio. Qui sorge anche la vecchia Loggia dei nobili, oggi municipio cittadino, e il teatro di San Giacomo. Ci si trova in pieno centro storico, in una zona pullulante di caffè e ristoranti, un tempo fulcro della vita di Corfù città. Oggi, visto che la Spianada ha assorbito gran parte della vita pubblica della città, questa piazza rimane molto più riservata; è stato piacevolissimo sostare sulle sue panchine e ammirare le facciate degli splendidi edifici contornati da alberi secolari che ad essa si offrono. Al tramonto pare si tingano di rosa, dando vita ad un’atmosfera quasi irreale che sembra voglia accompagnare con grazia la notte di Corfù.
Pensare che una città come Corfù Town non possa disporre di un museo archeologico è un po’ come pensare ad un mare senza acqua. Le sue vie parlano di storia e sono considerate patrimonio dell’umanità dall’Unesco; i musei che vi sorgono abbracciano ogni campo dello scibile umano.
Il museo archeologico è uno di questi. Non è molto grande, ma contiene tesori inestimabili. È situato nel centro storico ed è stato costruito tra il 1962 e il 1965 principalmente per ospitare i preziosissimi resti del Tempio di Artemide, scoperto durante le guerre napoleoniche. Sto parlando di un edificio dorico risalente al VI secolo a.C., di notevole importanza essendo l’unico in tutta la Grecia ad avere, come il Partenone, due file di otto colonne a sostenere la trabeazione. Visitando il museo ho ammirato il frontone di questo tempio, conosciuto anche col nome di frontone Gordon in quanto riproduce al centro una gorgone alata con a fianco due leoni-pantere e i figli Pegaso e Crisaore. Ai lati invece sono rappresentate le battaglie dei Titani. Altro reperto di notevole importanza che si trova tra queste mura, è il Leone Menekrates, una scultura in pietra risalente al VII secolo a.C. ritrovata nei pressi della tomba del guerriero Menekrates; e ancora sono presenti reperti derivanti dalle tombe di Garitsa, dal tempio di Diana a Kanoni, dal tempio di Apollo e tanti resti di manufatti di epoca neolitica assolutamente da non perdere per gli appassionati di archeologia.
E’ situata a sud della città vecchia e precisamente nella zona della Paleopoli, area che racchiude diversi edifici di interesse storico, tra l’abitato di Garitsa e Mon Repos.
E’ dedicata ai Santi Giasone e Sosipatro, entrambi discepoli di S.Paolo, che si dice abbiano diffuso il Cristianesimo nell’isola di Corfù nel 70.
Costruita nel XI secolo sulle rovine di un monastero è uno dei pochi esempi di architettura bizantina ancora in piedi nell’isola. E’ del tipo “a due colonne” con pianta a croce inscritta e cupola ottagonale.
Sempre all’interno, rispettivamente a destra e a sinistra della porta reale ci sono le tombe dei due Santi.
Scavi del 1993 hanno messo in luce l’esistenza di un cimitero utilizzato fin dall’epoca paleocristiana.
Proprio di fronte all’ingresso della Paleopoli ci sono i resti della basilica paleocristiana di Santa Kerkyra. Di notevoli dimensioni non passa certo inosservata questa struttura che ora sorge in mezzo ad un campo verde.
Costruita prima del 450 con materiali di antiche costruzioni è stata distrutta nel corso degli anni dalle diverse invasioni e guerre ed è stata ricostruita due volte fino al definitivo crollo avvenuto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Le parti superstiti risalgono soprattutto agli interventi del XII e del XVII sec.
Oggi restano infatti solo parti delle mura esterne e dell’abside mentre parti della pavimentazione sono custodite al Museo Bizantino.
Chi sceglie Corfù città per la sua vita notturna non avrà sicuramente di cui pentirsi. I ristoranti, le taverne, i pub, i club e le discoteche disseminati nel suo territorio sapranno sicuramente soddisfare le esigenze di tutti. Che cerchiate un ambiente rilassato dove passare qualche ora prima di dormire, o che vogliate scatenarvi al ritmo della musica del momento, sarete comunque accontentati, qualunque sia il vostro budget.
Malgrado l’importante innegabile vo
cazione turistica dell’isola che è incentrata su mare spiaggia sole e relax un viaggio a Corfù offre, a chi la sa cercare la possibilità unica di entrare nella mentalità del luogo e dei suoi abitanti, ciò che trasforma infatti un turista in un viaggiatore qualunque è la capacità di aprire i suoi occhi al diverso la capacità di ascoltare la storia dei luoghi in cui si trova a viaggiare per comprendere davvero quello che questi hanno da raccontare la capacità di essere pronto anche a mettere in discussione le sue dee i suoi preconcetti se il racconto non corrisponde alla sua visione del mondo. Una delle cose che Corfù ha raccontato è che, coloro che nel tempo sono passati dalle sue coste hanno spesso cercato in lei le vestigia di un passato mitico e classico che in realtà non c’è quasi mai stato, le forme classiche, le colonne, capitelli, le statue di eroi greci che è possibile vedere sull’isola sono quasi tutte costruite dagli ospiti europei britannici e tedeschi che volevano per forza trovare sull’isola la loro idea romantica di una Grecia classica e mitologica un’idea però lontana dalla realtà dei greci moderni la cui cultura identità è invece strettamente legata a un altro periodo storico cioè quello bizantino la cui importanza identitaria e testimoniata dall’aquila bicefala simbolo della Costantinopoli imperiale che ancora adesso sventola sullo stendardo davanti ad ogni chiesa e ad ogni monastero. Il racconto di Corfù è un viaggio sull’isola che offre al visitatore che sa ascoltare la sua storia la viva testimonianza delle molteplici voci e culture che sono passate da queste coste così come ogni persona il risultato del miscuglio unico dei geni e delle esperienze dei suoi antenati e progenitori così su quest’isola le impronte storiche e culturali del suo passato si sommano producendo un risultato unico e straordinario che vale sicuramente un viaggio alla scoperta di una delle isole più sorprendenti del mediterraneo. Qui più di ogni altro luogo si respira la vera atmosfera di questa città cosmopolita, rallegrata da diversi accenti che, come gli edifici e i monumenti che riempiono le sue vie, sanno parlare del mondo intero.
Vi consiglio di visitarla nel caso ci siete già stati di ritornarci!
Seguite il mio prossimo reportage sull’Isola di Corfù in cui continuerò a raccontare, vi chiedete cosa? Lo scoprirete solo leggendolo…
To be continued…
Alla prossima daSonoSoloParole.
Buon pomeriggio sonosoloparole, è sempre con immenso piacere che leggo i tuoi articoli.
Non conosco Corfù anche se ne ho sempre sentito parlare del suo splendore, non nascondo che fin dalla prima parola ho iniziato a immergermi nel tuo racconto fino a sembrar di stare li e viaggiare con te. E’ un isola piena di storia e bellezza che cercherò di scoprire man mano che continuerai nel tuo viaggio. (Almeno faccio le ferie gratis). Grazie di tutto e aspetto la seconda parte. Un abbraccio.
Chiarodiluna
Ciaoo ChiaroDiLuna, grazie sei gentilissima.
Beh anche per me è stata una scoperta Corfù.
L’isola di Corfù è una delle più belle del Mediterraneo ed è definita il Paradiso verde dello Ionio per la sua natura a tratti incontaminata. Questo aspetto spesso selvaggio si combina in ogni angolo dell’isola con punti mare favolosi e spiagge sempre diverse, dando vita a panorami variegati e paesaggi mozzafiato. Le spiagge di Corfù non sono solo tante, ma anche diversissime: potrete prendere il sole stesi su arenili sabbiosi lunghi diversi chilometri, minuscole cale nascoste tra imponenti scogliere o lingue di sabbia incastonate al termine di fiordi creati da rocce calcaree… E non solo sabbia: ci sono anche incantevoli spiagge di roccia o di ciottoli.
Le spiagge di Corfù sono davvero bellissime e in grado di accontentare tutti, sabbiose o sassose, attrezzate o libere. Io e i miei amici le abbiamo trovate perfette per le nostre esigenze: la parte libera è quasi sempre predominante, così che si possa camminare e avere tanto spazio a disposizione.
Corfù in una settimana la giri un lungo e in largo (io ci ho passato 12 giorni) ma anche di gustarsi il giusto relax.
Per me davvero una meta incredibile, e il rapporto qualità/prezzo, sotto ogni punto di vista, è davvero ottimo. Per questo ho voluto farci un reportage, in questo clima di crisi , spesso ci si può benissimo “accontentarsu” si mete meno blasonate ma seppur interessanti e non solo… rientri abbronzata ma con un bagaglio zeppo di cultura che non è da meno….
Grazie che segui sempre il Blog Di Radio Febbre!
Un abbraccio a te!