Oggi voglio sbloccare un ricordo! Voglio parlarvi dei Cachi, ma non solo del frutto ma di una leggenda curiosa e storia-leggenda.
I cachi sono tra i frutti protagonisti della tavola nel periodo autunnale, ed è uno degli alberi da frutto più coltivati nei frutteti familiari.
I cachi, oltre ad essere dei gustosi frutti dalle grandi proprietà energetiche e purificanti, nascondono al loro interno una storia tra leggenda e realtà.
Vi state chiedendo quale? Beh seguitemi e lo scoprirete!
Il cachi è oriundo dei paesi cinesi: il suo viaggio verso terre americane ed europee ebbe inizio solo verso la metà dell’Ottocento. Si narra che il primo albero di cachi nel nostro Paese fu coltivato nel giardino di Boboli nel 1871.
Una bella curiosità da sapere sull’albero del caco è quella che lo vede come simbolo della pace: nel 1945 a Nagasaki alcuni esemplari di albero sopravvissero alla devastazione causata dalla bomba atomica, il che fece scegliere questa pianta come testimone di pace.
I cachi (o kaki) apportano minerali come il potassio e vitamine come quella C, utili per combattere la ritenzione idrica, migliorano, poi, la funzionalità del fegato, aiutando a liberarsi dalle tossine. Inoltre, sono una buona fonte di fibre, preziose per la regolarità intestinale.
Esiste in natura in più varietà, una in particolare molto amata ovvero i cachi mela conosciuti anche come cachi vaniglia, di polpa più soda, anche questi frutti vantano ottime proprietà nutritive.
L’albero dei cachi ha diverse caratteristiche significative: per i cinesi è considerato l’albero delle sette virtù perché è longevo, ottimo per far nidificare gli uccelli, fa molta ombra, la legna è molto buona da ardere e ancora il fogliame produce concime di ottima qualità, raramente viene attaccato dai parassiti e poi è esteticamente bellissimo grazie ai suoi frutti colorati.
Botanicamente parlando, il caco non è altro che una gustosa bacca arancione prodotta da Diospyros kaki, una pianta dicotiledone originaria dell’Asia Orientale. I suoi frutti normalmente hanno i semi (non presenti se i fiori non sono stati impollinati) e, ovviamente, dai semi si svilupperà la piantina, ma prima che il germoglio emerga, questo si accresce al suo interno.
Intorno ai frutti di questa pianta di origine asiatica, che in autunno si spoglia lasciando a terra le sue meravigliose foglie colorate e sui rami i cachi maturi, si nutre anche una curiosa leggenda popolare.
È proprio qui dentro che sono contenute le previsioni meteorologiche del prossimo inverno.
Secondo un’antica leggenda contadina, i semi dei cachi conterrebbero informazioni utili sul meteo che sperimenteremo in inverno: vi spiego come leggere i simboli in essi contenuti.
Dal sapore dolce e succoso e ricchissimi di proprietà, questi frutti sono dotati di semi marroni lunghi da uno a due centimetri.
Aprendo i semini per il lungo con l’aiuto di un coltello, potremo notare una forma di colore più chiaro.
I contadini di un tempo, ma anche i nostri nonni, erano soliti “interrogare” i cachi autunnali per capire come prepararsi adeguatamente all’inverno. Premetto che questo metodo non ha alcuna validità scientifica, può essere comunque divertente scoprire la posata nascosta all’interno del seme di caco, magari insieme ai bambini.
Nello specifico all’interno del suo seme, un piccolo chicco di pochi centimetri di lunghezza, custodisce un’antichissima leggenda contadina conosciuta in tutt’Italia.
Secondo infatti una leggenda contadina, dividendo in due un seme di cachi, si vede raffigurata l’immagine di una posata. A seconda che si tratti di un cucchiaio, un coltello o una forchetta, sarebbe possibile prevedere il clima della stagione invernale incipiente.
Ecco come procedere: Prendiamo un caco maturo e tagliamolo a metà o in quattro spicchi, estraiamo i semi dalla polpa con l’aiuto di un coltellino e di tanta pazienza tagliamo un seme in senso verticale, facendo attenzione a non farci male (il seme può risultare un po’ difficile da tagliare) interpretiamo la posata bianca che si trova all’interno del seme.
I semi, dove presenti, si trovano al centro del frutto, hanno forma allungata e colore marroncino all’esterno, bianchi dentro. Tagliandoli in due e in senso longitudinale possiamo vedere le famose “posate”, che si presentano con una di queste tre sagome: un coltello, una forchetta o un cucchiaio.
Il significato delle tre figure è il seguente:
Cucchiaio: Inverno caratterizzato da precipitazioni nevose.
Forchetta: Inverno particolarmente mite.
Coltello: Inverno molto freddo con scarse precipitazioni, quindi secco.
Queste figure, che effettivamente ricordano un cucchiaio, una forchetta o un coltello, altro non sono che i germogli primordiali della pianta. La forma varia a seconda dello stadio di maturazione e se il giovane germoglio è già predisposto a emettere le prime foglie, ovvero i cotiledoni. L’immagine della posata è chiaramente visibile, poiché di un bel bianco, che spicca rispetto al tegumento chiaro e trasparente che l’avvolge.
Ciò che ci ricorda una posata è proprio il germoglio in vari stadi di sviluppo (ad esempio la “forchetta” mostra già un abbozzo delle future foglioline).
E’ Giusto dire anche che chiaramente non in tutti i cachi hanno i semi, questo dipende dalla varietà, ci sono varietà che riescono a produrre il frutto anche senza impollinazione, e varietà che non ci riescono ed hanno bisogno di essere impollinate (e di conseguenza sviluppano il seme ed una polpa tendente al bruno).
Le forme sono legate al grado di sviluppo di un embrione di pianta e questo a sua volta potrebbe essere legato all’andamento delle temperature tardo estive (periodo di maturazione del frutto).
Non vi nascondo che Io faccio tutt’ora questo esperimento e spesso le previsioni non è che sono proprio esatte questo ci dice che il clima è cambiato? Il segreto è che si cerca di tagliarli perfettamente dalla punta sull’attaccatura.
Da piccola mi faceva impazzire trovare il servizio completo, mi affascinava e stupiva, che ricordi!
Non resta che provare questo giochino, facendo divertire anche i più piccoli nel cercare le tre figure, per poi aspettare l’inverno che verrà!
È una cosa carina che si tramanda di generazioni, coi miei nonni era una cosa tenera aprire piano piano il semino per vedere cosa c’era, e poco importa se poi la neve non arrivava come dicevano, sono cose che scaldano il cuore.
E chissà, magari il prossimo inverno potreste azzeccare la previsione grazie al vostro piccolo seme di caco!
Ma non abusate a ricercare posate i cachi maturi sono lassativi mentre quelli acerbi sono astringenti!
Da parte mia è tutto.
Alla prossima da SonoSoloParole.
Non mi resta che piantare un altro cachi. Questa volta magari un cachi vaniglia 😉
Ciao Dedalo 🙂 e allora dopo sia tu sia SSP dovrete mandarci le cassette di cachi deliziosi pure a noiiiiii eh 🙂
ciao ciao
Liga ti mando la foto della cassetta via email 😉
ahahahah ma certoooo, bisogna accontentarsi eh 🙂 mandala che la pubblichiamo sotto il post di SSP.
😛
ciauuuu
Manda la cassa che ci facciamo una buonissima confettura di cachi e ce la mangiamo a colazione in inverno…
Ciao Dedalo è sempre un piacere leggerti!
Si si cosi passi le giornate a fare il Meteo chissà che tu non non ci prenda nelle previsioni più dei meteorologi! Ma ci pensi che il cachi Viene dall’Asia dove non usano posate ma bacchette e noi qui ricerchiamo le “posate” ah ah…
Non fa mai male a provare anche se resta solo una leggenda!
Io ho provato ma tutti cucchiai e Coltelli come vedi dalla foto staremo a vedere!
L’anno scorso sono uscite forchette ed effettivamente non è che abbiamo avuto un inverno cosi freddo ma è stato mite…
Ueeeee dedalo! Da quanto tempo! Spero tu ti ricordi di noi! Passa a trovarci, magari quando siano in diretta, così ti salutiamo a voce!