Venerdì 8 novembre è uscito il nuovo album di Zucchero Sugar Fornaciari: Discover II in cui rivisita 13 brani iconici del repertorio musicale italiano e internazionale che più ha amato nella sua vita, reinterpretandoli con il suo inconfondibile stile e con questo nuovo album Zucchero colora di nuovi significati alcuni dei più grandi brani di sempre, da quelli più famosi a quelli meno conosciuti, addolcendoli come solo lui con la sua voce può fare.
L’album è composto da 13 tracce, mentre la versione Deluxe ne comprende 18, con delle tracce bonus, come “Overdose d’Amore 2024”, realizzata insieme a Salmo, “Moonlight Shadow” con la figlia Irene Fornaciari e “Just Breathe”, in collaborazione nientemeno che con Russel Crowe in differita: infatti l’attore, ormai anche affermato cantante, avrebbe inciso la sua parte direttamente dall’Australia pur di dare vita ad un brano insieme a Zucchero.
Proprio come sottolineato da Zucchero durante la presentazione di Discover II al Teatro Lirico, il suo obiettivo non è mai stato quello di cantare semplicemente delle canzoni per lui meritevoli, ma scegliere brani che lui stesso avrebbe voluto scrivere e, in qualche modo, riscriverli davvero, reinterpretandoli, aggiungendo strofe in italiano e facendoli suoi, è riuscito a fare collimare quello che secondo lui era il racconto della musica con il racconto del testo.
Ne è un esempio “Moonlight Shadow” che, una volta tradotta, non lo convinceva a pieno e ha deciso di cambiare la storia, di reinventare il testo affinché si adeguasse a ciò che la musica era in grado di evocare nella sua mente.
In Discover II abbiamo modo di ascoltare una versione del tutto inaspettata di “Set Fire to the Rain” di Adele, l’immortale “Knokin’ on Heaven’s Door” di Bob Dylan in una nuova particolare veste country e “I see a Darkness” realizzata insieme a Paul Young per ricordare il difficile momento che entrambi i cantautori stavano attraversando(depressione) quando si sono incontrati per la prima volta, e quindi un inno alla loro stessa amicizia.
In ogni cover presente in Discover II ci si dimentica che il vero autore che ha dato vita alla canzone non sia davvero Zucchero perché, come al solito, la sua voce, la sua penna e la sua musica, sono in grado di contagiare ogni traccia tanto da renderla completamente sua.
Prendere delle canzoni emblematiche e pretendere di riscriverle, riadattarle e farle proprie, comporta una certa dose di rischio e in alcuni casi si rischiar l’accusa di non essere stato all’altezza di un brano ormai pietra miliare.
D’altronde, per Discover II, Zucchero ha pescato addirittura dal repertorio degli U2, di Bob Dylan, di Eddie Vedder, perché è la giusta dose di sfida che spinge un cantautore come lui a continuare a snocciolare album di successo anche dopo 40 anni di carriera.
“È stato un lavoro lungo, perché volevo che ogni canzone suonasse come se fosse mia” afferma Zucchero nella presentazione dell’album.
Nel 2021 Adelmo Zucchero Fornaciari, dopo due anni, tornò sulla scena discografica con Discover, album di cover con 13 brani (18 nella versione deluxe) di Genesis, Coldplay, Moby, De André, Concato, riletti a suo modo, ora a distanza di 3 anni il musicista emiliano ripete la medesima operazione con Discover II, in cui interpreta lo stesso numero di brani, alcuni tradotti in italiano, scelti tra classici del rock pop internazionale U2, Killers, Bleachers, Eddie Vedder, Marvin Gaye e altri, e nazionale come Ivan Graziani(“Agnese”).
Dietro questi progetti ci sono delle chiare motivazioni, dopo il covid ha deciso di stare più tempo in tour, non riesce a fermarsi a casa, dopo un po’ si annoia e deve ripartire subito, questo, a detta di Zucchero, non permette di scrivere materiale, elaborarlo ed entrare in studio.
Così nel 2025 farà solo 5 stadi in Italia e qualche festival, non si sa se uscirà qualcosa nel 2025 o nel 2026, niente Discover III dunque.
Si esibirà dal vivo in Overdose d’amore World Tour, la ventunesima tournée di Zucchero Fornaciari, collegata alle celebrazioni del trentacinquesimo anno dalla pubblicazione di “Overdose d’amore”, brano a cui il tour deve il nome, il 9 GIUGNO allo Stadio del Conero, ANCONA; il 21 GIUGNO allo Stadio San Nicola di BARI; il 26 GIUGNO allo Stadio Olimpico Grande Torino a TORINO ;28 GIUGNO allo Stadio Euganeo di PADOVA.
In assenza di materiale originale la musica a cui attingere non manca i due dischi contengono canzoni che ha sempre amato e suonato, fin da quando aveva 13 anni nelle balere in cui non cantava ancora, suonava il sax nell’orchestra e una sera dato che il cantante non si presentò e lui, che era l’unico che ricordava i testi, fu messo a cantare, il giorno dopo fu promosso a cantante e quello di prima licenziato cosi iniziò la sua carriera da cantante che da oltre 40 anni conosciamo con il nome Zucchero.
L’approccio alla rilettura è molto pacato e alcuni brani sono rallentati, Il singolo “Amor che muove il sole” è dei The Killers e ha rifatto il testo, non è una traduzione letterale, perché secondo me non corrisponde alla musica e la traduzione in italiano ma è una bella canzone che fa emozionare.
“Una come te”, in origine dei Bleachers, aveva una tematica già originale interessante, che è quella delle gang che si ammazzano per un paio di scarpe, ragazzi giovani che non danno valore alla vita, che non hanno futuro, anche lì ha messo parole sue.
“With or Without you” sì, è rallentata, più rotolante, rispetto all’originale degli U2, è una canzone su un amore finito ma senza vendetta, due che si lasciano e uno dice: non posso vivere con te o senza di te, è un grande atto d’amore la versione di Zucchero è venuta più soft.
Zucchero non è un bluesman, attinge dalla musica afroamericana, dal blues, dal soul dal gospel, dal rhythm & blues e non si definisce uno che fa blues, che è uno stile più rigida.
La fortuna all’estero di Zucchero è quella di cantare in italiano, i discografici gli chiedevano ogni volta la versione in inglese dei dischi ma ha sempre rifiutato, ed evidentemente ha avuto ragione lui, visto che è uno dei pochi “ambasciatori” all’estero della musica italiana.
“Chinatown” dei Bleachers è l’altra canzone riadattata (versione con Bruce Springsteen bellissima a mio avviso), tirando fuori “Una come te” in italiano.
Nel disco spiccano le collaborazioni con Paul Young in “I see a darkness” e con Oma Jali, vocalist e corista che da anni accompagna Zucchero in tour in tutto il mondo, in “Se non mi vuoi”.
Nella versione box deluxe del disco, inoltre, sono presenti le collaborazioni con Jack Savoretti in “Senza una donna”, Irene Fornaciari in “Moonlight shadow”, Russel Crowe in “Just breathe” (a luglio è stato invitato da Andrea Bocelli al suo festival a Lajatico, lì ha incontrato Russell Crowe e da quell’incontro è nata la sua collaborazione nella canzone) e Salmo in “Io Vivo (In Te)”.
Tra le cover meglio riuscite del disco c’è sicuramente la vibrante versione di “Set fire to the rain”, il superhit di Adele che Zucchero rivede a modo suo con un piglio vocale graffiante e molto efficace.
Rimaneggiare “Knockin’ on heaven’s door” di Bob Dylan è un’operazione complessa perché il pezzo del cantautore di Duluth è stato rifatto in tutte le salse da centinaia di artisti Il bluesman ne esce bene con qualche tocco di campana western e un tappeto di tastiere in sottofondo, non male a mio avviso.
La perla dell’album risulta essere già dal primo ascolto “Inner City Blues” di Marvin Gaye, perfetta per esaltare l’anima blues, soul, funky di Zucchero e arrangiata splendidamente con un gran finale di sax.
Riuscitissimo anche l’omaggio a Ivan Graziani con “Agnese”, mentre funziona abbastanza bene l’approccio sonoro ad uno dei pezzi simbolo dei Pearl Jam, “Just Breathe” Il nuovo arrangiamento di Sailing, splendido pezzo di Christopher Cross del 1979, è senza dubbio una delle vette di Discover II.
“Acquarello” di Toquihno è un remake a tutto tondo, nel senso che tradotto in italiano e privato delle atmosfere brasiliane, il pezzo diventa una potente canzone pop, decisamente distante dalle atmosfere dell’originale.
Non ci sono “Vedo nero” o “La Sana e consapevole libidine”, c’è un filo di malinconia e spiritualità in più del solito in questo suo album.
Uno capace di fare i conti con grandissimi classici come “Knockin’ on Heaven’s Door” senza lasciarci le penne e al contempo di riprendere brani non necessariamente famosissimo dipingendoli dei medesimi colori di cui è piena la sua tavolozza.
Su Zucchero è stato anche realizzato un film documentario: “ZUCCHERO – Sugar Fornaciari”, con la regia di Valentina Zannella e Giangiacomo De Stefano disponibile su tutte le piattaforme Web.
Il film racconta Zucchero Fornaciari attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici; un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal “World Wild Tour”, il suo ultimo e trionfale tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilità dell’uomo.
Da Parte mia è tutto.
Alla Prossima da SonoSoloParole.