Mina Anna Mazzini, in arte Mina, non appare in tv dal 1974, non fa concerti dal 1978, non è sui social, eppure continua ad essere un mito oltre il tempo e il prossimo anno spegnerà 85 candeline, ma che di essere celebrata proprio non ha voglia. Tanto che quando si rivede in tv cambia canale pronunciando “ussignur” in cremonese a detta del figlio Massimiliano Pani.
La signora della musica italiana, la Tigre di Cremona il 22 novembre 2024 ha pubblicato il suo 107esimo album, dal titolo “Gassa d’amante”.
Nel mare aperto dei sentimenti Mina salpa anche nella copertina, dove il collaboratore storico Mauro Balletti la trasforma in una polena, la barra è tenuta dritta soprattutto sulla qualità, dei brani e dell’interpretazione.
Massimiliano Pani, produttore, manager, discografico (e figlio) ha presentato in pre-ascolto il progetto di Mina al Teatro della Triennale di Milano, in occasione della Milano Music Week 2024 anticipato dal singolo scritto da Francesco Gabbani, “Buttalo via”.
È proprio Massimiliano Pani, insieme al suo team, che “mette a terra” ed elabora ciò che sua madre pensa e sceglie a livello musicale, per questo nuovo disco Mina in copertina è la polena di una nave il titolo “Gassa d’amante” rimanda ad un nodo usato in marineria, è un nodo nautico molto importante, un “bowline knot”, indispensabile all’arte della vela: le sue caratteristiche sono di essere allo stesso tempo solido e facile da sciogliere.
Per questo disco poi si è ricordata del brano di Fabio Concato e lo ha voluto interpretare, la maggior parte delle cose sono invece di autori nuovi, c’è anche un brano composto da Alberto Anelli che per lei già scrisse, sul testo di Cristiano Malgioglio, “L’importante è finire” (1975).
Mina arriva dappertutto senza esserci e sa conquistare anche il pubblico giovane, come giovani sono molti di quelli che propongono i loro pezzi con la speranza di essere selezionati dalla signora Mazzini, molti vedono in lei un simbolo di libertà artistica.
Mina cambia sempre, pure restando fedele alle proprie idee e al proprio animo attento, appassionato e sensibile, l’artista gioca con i generi e con gli stili musicali, facendo del suo talento la bussola e della libertà la sua personale rotta artistica, non ci sono misteri o ingredienti segreti, se non la coerenza da una parte e il desiderio di mettersi in continua discussione dall’altra parte.
Come una Greta Garbo del 21esimo secolo, vive a Lugano, in Svizzera (già dove ha sede la nostra Radio Febbre!) dove si trasferì alla fine degli anni 60 ed è un esempio di coraggio, studio e rispetto per la musica, è la prova che si può fare arte seguendo il proprio percorso e mantenendo integrità e passione e diversità ed eclettismo sono le parole che contraddistinguono le canzoni di questo disco.
“Gassa d’amante” è un disco sull’amore, che, di tutti i temi di Mina, resta quello principale, la gente sa così poco dell’amore! Ma Mina, come i grandi poeti, ne sa moltissimo, e ce lo comunica una volta di più, con la suprema virtù di ridare senso e potenza drammatica anche al cliché più frusto della tradizione o della quotidianità.
Illuminante in questo senso è un’altra novità in uscita, Mina, “La voce del silenzio”, un’antologia di saggi pubblicata da Il Saggiatore dal 22 novembre, che, riprendendo il titolo di un suo brano del 1968, vuole proprio ripercorrere non solo la carriera della cantante ma anche la sua immagine pubblica, le conseguenze del suo successo e della sua “sparizione”, il modo radicale in cui ha cambiato il pop italiano e non solo.
“La burattinaia di sé stessa sta nell’ombra e muove i fili delle sue maschere, monta il proprio teatro e sale in scena quando vuole e come vuole, al cannibale lascia solo la voce, e gli deve bastare. Mette perfino una frontiera fra la vita vera e il resto. Più chiaro di così…”, scrive con magistrale sintesi nella prefazione al libro Ivano Fossati, amico, collega, collaboratore storico. Lo scritto di Fossati è già una perla illuminante per capire il mistero Mina, anzi il miracolo Mina, dagli esordi all’exploit di Milleluci, dai mille generi esplorati ai segreti della sua riservatezza, questi testi esplorano in un lungo e in largo, come promette il sottotitolo, “presenza e assenza di un’icona pop”.
Tutti siamo ammirati dalla capacità di Mina, come se il tempo per lei non fosse passato, ma la cosa più straordinaria è che la sua voce continua a crescere in intensità, colori, spessori, estensioni, dalla più liscia alla più granulosa, uso espressivo di pause e ritmi, in un fantastico caleidoscopio di possibilità, quasi alludendo a voci di diverse età anagrafiche, come se lei potesse abbracciare tutto il suo percorso e averne mantenuto profondamente la consapevolezza, in un contatto continuo con se stessa, e senza badare troppo all’esterno.
Fabio Concato compose e pubblicò “Non smetto di aspettarti” nel 2012, dopo 11 anni di un suo stop creativo, questa canzone fu esclusa all’ultimo momento dal Festival di Sanremo del 2012, inaspettatamente, con grande dispiacere di Concato, Mina oggi ribalta quel giudizio ponendo “Non smetto di aspettarti” un posto speciale, il primo, nel suo nuovo album, è bello osservare la libertà di Mina nel privilegiare i brani che lei sente più vicini, al di là dei successi o delle mode.
L’album si apre con “Non smetto di aspettarti” che sembra solo un brano sentimentale: “…mi manca quando ridi fino alle lacrime…” le parole sembrano rivelare un profondo desiderio e una calda nostalgia per qualcuno che è assente. Mina gioca con la sua voce in questa prima parte su diversi piani, ogni frase ha un suono e un carattere diverso, ad ogni pausa una luce differente, e l’espressione vocale si muove come onde, ora contenute, ora più ricche di armonici, come se questa assenza dell’altra persona fosse un “andirivieni” nell’entrare dentro di sé e aspettare qualcuno fuori di sé. Nella seconda parte arriva un’illuminazione sorprendente nel bellissimo testo di Fabio Concato scopriamo che questa persona assente e che manca, in realtà non esiste, (“sarà che non esisti e allora io ti invento”). Il tema dell’attesa di qualcuno che non esiste ancora era già stato trattato da Björk e Howard Bernstein nel 1995 (nel pezzo “I miss you”) ma mentre in quel testo alla fine c’è una speranza che arriva dall’esterno (“So già che arriverai quando smetterò di aspettarti”), nel testo di Concato, più struggente, quasi tragico, c’è un improvviso cambio, dall’attesa dell’arrivo dall’esterno a una riflessione verso di sé, con la consapevolezza che la persona desiderata non esiste se non dentro i propri pensieri. Questa verità improvvisa si connette con il canto (“ti immagino e ti canto e così mi pare che ci sei, e se non posso amare così tanto e farmi amare io a cosa servirei”), il suo timbro si assottiglia come se rivelasse la bambina dentro di lei (e dentro la protagonista del brano).
Dopo questa potentissima rivelazione la protagonista della storia, ormai cosciente ma spaesata, si rivolge inutilmente ancora a questo essere inesistente (“mi senti, non so come cercarti, non so a chi domandare, non smetto di aspettarti”). Mina, cogliendo la profondità di questo momento, si esprime improvvisamente con un sussurrato quasi esitante, veicolando in modo molto intenso l’incertezza e la fragilità di una persona persa nella chimera dei suoi pensieri. Qui reinterpreta non solo il testo, ma reinventa la forma stessa della canzone rendendo giustizia piena alle parole con “vibrazioni” di luce a illuminare gli spazi di una storia di solitudine, ma piena di fantasie.
“Buttalo via” è un brano che si muove su un delicato equilibrio di emozioni, tra malinconia e speranza, con la sua voce inconfondibile, Mina riesce ancora una volta a trasformare il testo in un viaggio emotivo profondo. Le parole, firmate da Francesco Gabbani, si intrecciano in una danza di immagini e sensazioni che parlano a tutti noi. L’apertura con “Adesso che… adesso che è impossibile… che scivolino tutte via le abitudini che tracciano una scia sul tuo vivere instabile che punti fermi non ha” ci cattura immediatamente, per ciò che è stato detto e per come è stato detto.
Mina non si limita a cantare, racconta una storia, dopo averla fatta sua calandosi alla perfezione in quelle parole, roba da “metodo Stanislavskij” per capirci. Un grande plauso va anche a Francesco Gabbani, che in passato aveva già scritto per altri grandi nomi della musica italiana, come Adriano Celentano, Raffaella Carrà e Ornella Vanoni. In un’epoca in cui si rincorrono modelli di riferimento, questo testo liberatorio incoraggia a non aver paura di esprimere la propria individualità e di buttare via anche quel soffio di vita a cui abbiamo prestato le nostre amorevoli cure, senza troppi giri di parole, è un invito a riflettere su ciò che davvero conta.
Mina è aperta al futuro e ai nuovi talenti, che la osservano e la venerano come il mostro sacro della musica italiana qual è, artista precursora dei tempi, anticipatrice di tendenze, lo dimostra il coinvolgimento di Tommaso Stanzani, ballerino e già concorrente di Amici, che ha saputo interpretare “Buttalo via”, il brano che ha anticipato l’uscita del disco.
“Dispersa” è uno dei brani più intensi e riflessivi dell’album, la canzone racconta un viaggio emotivo profondo, esplorando i temi della solitudine, della perdita e della ricerca di sé, offrendo una visione autentica e delicata delle difficoltà emotive che si affrontano quando ci si sente smarriti. Questa è una canzone che cattura l’ascoltatore fin dai primi accordi, facendo immergere immediatamente nella sua atmosfera malinconica e introspettiva in una riflessione sulla condizione umana, sul bisogno di superare le difficoltà e di riscoprire la propria identità. La canzone parla di chiunque si sia sentito smarrito e alla ricerca di un significato, è una delle canzoni più toccanti di Gassa d’amante e rappresenta una riflessione intensa e profonda sulla solitudine e sulla ricerca di sé, un brano che toccherà il cuore di chiunque abbia vissuto momenti di incertezza e di ricerca interiore.
“Per dirti t’amo” è uno dei brani più emozionanti dell’album Gassa d’amante di Mina, un pezzo che esplora i sentimenti legati all’amore attraverso una poesia profonda e commovente, racconta di un amore che va oltre le parole, un sentimento che si esprime non solo nel dire “ti amo”, ma anche nei gesti, nei silenzi e nei momenti condivisi. Il brano si distingue per la sua melodia coinvolgente e il testo ricco di significato evocando l’idea di un amore che non ha bisogno di parole ma che si esprime con gesti, sguardi e una connessione che trascende il semplice atto di pronunciare la frase “Ti amo”,non èsolo un brano romantico, ma anche una riflessione sulla forza dell’amore silenzioso, che comunica senza dire nulla.
“Amami e basta” è un grido di libertà emotiva, un modo per esprimere l’intensità di un amore che si fonda sul rispetto e sulla verità, tratta di un amore che accetta le imperfezioni e che non ha paura di mostrarsi vulnerabile, l’amore non deve essere complicato, ma che può essere un rifugio sicuro dove essere se stessi, senza paura di essere giudicati o cambiati la semplicità di queste parole è accompagnata da una melodia che accentua la profondità del messaggio, rendendo la canzone ancora più toccante.
“Il cuore si sbaglia” è una canzone che affronta la vulnerabilità e l’imperfezione del cuore umano, con il suo stile inconfondibile, l’artista esprime il dolore e la frustrazione derivanti dalla consapevolezza che, a volte, il cuore può portarci a fare scelte sbagliate, ma anche la speranza che l’amore, nonostante tutto, riesca a prevalere. Racconta di un amore che, purtroppo, non è corrisposto o che si è rivelato doloroso e la frase “il cuore si sbaglia” diventa un mantra che si ripete nel corso della canzone, sottolineando come, nonostante l’intensità dei sentimenti, a volte il cuore possa essere ingannevole, spingendoci a fare scelte che non sono quelle giuste. L’amore può essere complicato, e il cuore spesso non segue una logica razionale, ma l’importante è non smettere di cercarlo. Questa canzone ci invita a riconoscere e ad accettare i nostri sbagli, a non cercare la perfezione nei sentimenti, ma ad imparare da essi. Il cuore, infatti, è spesso il nostro più grande alleato, ma può anche essere il nostro più grande nemico quando non riesce a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.
“È così che funziona” è uno dei brani più intriganti dell’album, in questa canzone si esplora le dinamiche di una relazione, mettendo in luce come certi comportamenti e sentimenti si manifestano in maniera inevitabile e naturale. Questa canzone ci offre una riflessione profonda su come l’amore e le relazioni possano essere governati da leggi non scritte che entrano in gioco nel momento in cui meno ce lo aspettiamo. Nelle parole della canzone, c’è una sorta di resoconto che mostra come le relazioni possano seguire certi schemi, quasi come leggi universali che determinano i nostri comportamenti, senza che ne siamo pienamente consapevoli raccontando come l’amore può prendere strade imprevedibili e come certi momenti possono sembrare quasi predestinati, portandoci ad accettare che la vita stessa è spesso fuori dal nostro controllo. A mio avviso l’interpretazione vocale di Mina in questo brano è magistrale, la sua voce riesce a rendere ogni parola carica di emozione, facendo in modo che ogni ascoltatore possa immediatamente entrare in sintonia con il messaggio della canzone, la sua abilità nel trasmettere emozioni così complesse e nello stesso tempo così familiari è uno degli aspetti che rende il brano così affascinante.
“L’amore vero” esprime un amore profondo, intenso e totalizzante, che non conosce limiti di tempo o parole per essere descritto, riflette sulla forza del legame con l’amato, ma anche sulla fragilità che nasce dal pensiero di perderlo. Descrive un sentimento che domina ogni aspetto della propria esistenza: “Non so com’è – Restare un giorno senza te”. Questo amore è vissuto come indispensabile, al punto che immaginare anche solo un giorno senza l’altra persona appare impossibile, c’è una consapevolezza della difficoltà di esprimere l’intensità di questo legame, “Con le parole io non riuscirei – A dirti quello che tu sei per me”. La relazione è così profonda che supera il linguaggio stesso, rendendo inutili le parole per descriverla e mentre si celebra la bellezza dell’amore, emerge una sottile paura del distacco: “Rimango sveglia e penso che – Un giorno forse te ne andrai”. La canzone sottolinea che l’amore vero non ha fine, una promessa che sfida il tempo, “L’amore vero non finisce mai”, l’amore qui è rappresentato come un sentimento che resiste a tutto, una certezza a cui aggrapparsi anche nei momenti di dubbio. Da non dimenticare che “Amore vero”, traccia che sarà nella colonna sonora di Diamanti, il prossimo film di Ferzan Ozpetek (col regista la grande cantante aveva già collaborato in occasione de Le fati ignoranti e Nuovo Olimpo).
“Senza farmi male” scritta da Elisa Toffoli (nota semplicemente come Elisa) è un delicato sussurro che affronta le fragilità dell’amore con rara poesia è una delle canzoni più delicate, esplora l’idea di un amore che, pur intenso e profondo, vuole evitare il dolore e la sofferenza, che parla di un amore che teme le ferite emotive, un sentimento che vuole vivere senza causare dolore. Mina, con la sua voce emotivamente carica ci invita a riflettere sull’importanza di proteggere le proprie emozioni, ma allo stesso tempo a non chiudersi all’amore per paura di soffrire. In Gassa d’amante, ogni canzone riflette una diversa sfaccettatura dell’amore e delle relazioni e “Senza farmi male” si inserisce in questo percorso come una delle più intense e delicate riflessioni sulla natura fragile dell’amore.
“Non ti lascerò” è una delle canzoni più potenti dell’album, il brano esprime un amore indissolubile, un legame che non si spezza, nemmeno di fronte alle difficoltà, il desiderio di una promessa d’amore eterna, una dichiarazione di fedeltà e di resistenza che va oltre il tempo e le circostanze. La melodia di “Non ti lascerò” è altrettanto forte, con un arrangiamento che accentua l’intensità emotiva del testo che esprime una promessa d’amore, ma lo fa con una passione che traspare in ogni nota, creando un’atmosfera che avvolge l’ascoltatore. Mina, con la sua interpretazione, come sempre, riesce a toccare le corde più profonde del cuore, rendendo questa canzone una delle più potenti e significative del suo repertorio.
Le canzoni che mi hanno colpita di più sono state “Non smetto di aspettarti”, “Per dirti t’amo e “L’amore vero”.
Se proprio devo trovare qualcosa che non mi ha convinto sono le chitarre rock di “E’ così che funziona” e anche tutta la struttura del brano che mi ricorda in qualcosa “Importante è finire” ma senza pathos e essenza.
“Gassa d’amante” non è solo un disco, è un gesto artistico di rara intensità, un filo che lega il passato, il presente e il futuro della musica italiana 42 minuti di eleganza e classe che indaga l’amore in tutte le sue sfaccettature, dalla passione travolgente al dolore della perdita, dalla speranza della rinascita alla malinconia dei ricordi.
Mina non interpreta queste emozioni: le vive, le trasforma, le rende universali.
Da parte mia è tutto.
Alla Prossima da SonoSoloParole