Il 17 Gennaio 2025 è uscito il nuovo album dei rocker melodici brasiliani Landfall, Wide Open Sky.
I Landfall, gli hard rocker di Curitiba, Brasile, sono formati dal cantante Gui Oliver (ex-Auras), dal chitarrista Marcelo Gelbcke, dal bassista Luis Rocha e dal batterista Felipe Souzza.
L’albero della vita rappresentato nella copertina di Wide Open Sky è un elemento simbolico che sembra voler richiamare, con le sue radici profonde e resistenti, la storia della band.
Infatti il nucleo primordiale dei Landfall prese forma da due amici d’infanzia, il batterista Felipe Souzza e il chitarrista Marcelo Gelbcke, cresciuti nella natia Curitiba, capitale dello Stato di Paranà situata nel sud del Brasile che suonano insieme da quando avevano circa 15 anni.
Alcuni anni dopo, il bassista Thiago Forbeci si è unito a loro e ha aggiunto nuovi input e influenze musicali, a quel punto la band ha deciso di andare in una nuova direzione. Durante questo periodo, hanno pubblicato tre album indipendenti sotto il nome di Wild Child, esibendosi in diversi concerti in Brasile, tra cui l’apertura per artisti come Glenn Hughes e Mike Vescera, fino al 2017, quando l’ex vocalist degli Auras, Gui Oliver si è unito alla band e i Landfall hanno iniziato a scrivere canzoni che sarebbero poi diventate il loro primo album intitolato The Turning Point.
A completare l’art work della copertina dell’album, vi è un magnifico orizzonte montuoso con un luccicante cielo stellato, metafora della loro visione musicali, leggera, senza vincoli né barriere.
Ai primi ascolti noto subito la predisposizione più marcata al filone “prog” con canzoni dalle durate non tipicamente affini al melodic-rock.
Fin dal primo brano arriva chiara la sensazione di avere tra le mani un lavoro di straordinaria fattura, raffinato e suonato magistralmente, il tutto è impreziosito dalla presenza di Gui Oliver cantante dotato di talento, capace a destreggiarsi egregiamente tra le complicate trame di chitarra, basso e batteria, trovando soluzioni melodiche in grado di colpire fin dal primo ascolto, insomma, un vero fuoriclasse.
L’apripista è affidata al brano “Tree of life” che dimostra subito il dinamismo sonoro della band capitanata dal frontman Gui Oliver eIl riff iniziale, ricorda il compianto Eddie Van Halen, rimanda al rock progressive, risultando incisivo ma al tempo stesso elegante.
Le chitarre e i beat diventano più duri e pesanti all’inizio di “SOS”, con Oliver che quasi narra i testi e il basso gorgogliante di Rocha, il beat galoppante di Souzza e i riff potenti e l’assolo di Gelbcke vedono i Landfall piantare entrambi i piedi saldamente nel sound del rock classico, il cambio di stili e suoni è impressionante!
“When The Curtain Falls”, con il suo corposo incipit e un ritornello aperto e contagioso, la band manifesta l’influenza dei maestri Journey, del periodo “Raised I Radio” ma senza diventarne cloni o meri imitatori.
“When The Curtain Falls” inizia a un ritmo sostenuto con un rapido lavoro di tasti di Gelbcke ma dopo Oliver prenda il sopravvento e controlli il ritmo veloce-lento con la sua voce, ed è supportato da Rocha mentre “schiaffeggia le sue corde”, le pause e i ponti creano un suono che, sebbene incorpori cambi di tempo, è fluido e scorrevole, che dire una traccia composta in modo intelligente.
“Running In Circles”, contiene elementi che danno più di un cenno di rispetto in direzione dei Journey e del loro successo mostruoso del 1983 “Separate Ways (Worlds Apart)”. Un tempo staccato che si fonde senza sforzo con voci armonizzate e un assolo di Gelbcke travolgente!
“Running In Circles”, è il primo singolo dell’album, ha un mood più oscuro e pesante, un ritornello corale efficace, così come “No Tomorrow”, secondo estratto, assieme alla title-track, ai richiami AOR del precedente album Elevate edha un forte impatto lirico, una testimonianza di coraggio nell’affrontare incolumi le battaglie della vita: “bisogna essere guerrieri in un mondo pieno di peccato e avidità”.
Il pathos dell’album cambia con la emozionante “A Letter To You”, dove la prova vocale di Gui raggiunge vette altissime che inizia con un duetto di pianoforte e chitarra, Oliver aggiunge testi lenti e appassionati, il delicato assolo di Gelbcke mantiene forte il sentimento, una classica power ballad eseguita in modo impeccabile.
Il ritmo si alza con “Coming Home”, mentre la sezione ritmica si scatena, un riff incisivo e l’assolo nella sezione centrale ha un’introduzione blues sporca prima di sfociare in un vero strillone anni ’80, coordinate squisitamente hard con brano che potrebbe ricordare i Mr. Big ma più tirati e veloci.
“Intoxicated”, in perfetto stile Extreme, potente mid-tempo con un efficace break centrale e un finale pirotecnico, di ispirazione elettronica, in cui si mescola anche un’atmosfera euro-rock, sembra che la band si sia data carta bianca per esprimersi e divertirsi e ci sono riusciti, il risultato è un ampio “rock-out” divertente ed eseguito da musicisti di talento.
“Hourglass” è un’epica di quasi 7 minuti, che inizia con riff pesanti e batteria, i testi deliberati di Oliver si uniscono, la ferocia si placa mentre trascina avanti l’ascoltatore, l’interludio è breve mentre Gelbcke, Souzza e Rocha scatenano il loro arsenale in rapida successione spingendo il suono pesante verso le orecchie, questa combinazione alternata di stili è accattivante. Un altro brano che suonato dal vivo deve esser una bomba!
“Higher Than The Moon”, penultima traccia dell’album è uno strumentale atmosferico che si attenua nella voce di Oliver, il ritmo sale rapidamente con i suoi testi altisonanti, Souzza batte due volte la sua grancassa in alcune parti enfatizzando il ritmo, raggiungiamo il climax prima che Oliver ci guidi verso l’atterraggio.
La title-track, “Wide Open Sky”, tenuta per ultima, riff sbuffanti, armonie, melodie fluide e testi pieni di emozione compongono questa masterclass AOR, il tutto eseguito con passione e talento, una degna conclusione di quello che è un grande disco.
Chiude mirabilmente sessanta minuti di grande musica che, alle mie orecchie, son volati via, lasciando la voglia di riascoltare tutto da capo e i Landfall dimostrano di essere una band in costante crescita e, con questo lavoro, danno prova di non volersi porre limiti, di voler continuare a volare in questo “immenso cielo aperto”.
Certo le tracce “Hourglass” e “Higher Than The Moon”, sono canzoni che superano i cinque minuti abbondanti di durata, con una stesura prog metal molto articolata ma in Wide open sky i Landfall dimostrano sicuramente perizia strumentale e con questo album danno un segnale chiaro sulla strada che stanno percorrendo.
Questo album presenta una band solida e le nuove canzoni sono più forti, in grado di catturare il meglio di ogni membro della band, il rock melodico non è mai suonato meglio.
Questo terzo album conferma i Landfall tra le più interessanti realtà melodic rock e AOR in circolazione.
In qualità di cantautore, Oliver aveva già scritto canzoni per diversi artisti, tra cui Jimi Jamison, Bobby Kimball, Fergie Frederiksen e Issa.
A mio parere questo album è mix decisamente ben calibrato che riesce ad accontentare sia gli amanti di suoni più raffinati e melodici sia coloro che, invece, prediligono riff più corposi e un sound dal taglio e dall’arrangiamento hard oriented.
Canzoni quali la già menzionata “SOS” o “Intoxicated”, che strizzano l’occhio a certi passaggi progressive nella parte centrale del brano, sono ottime prove che mostrano la capacità tecnico-strumentale del combo di Curitiba.
La band riesce bene, soprattutto in canzoni quali “Higher Than the Moon” e “Wide Open Sky”, ad “avvolgere” l’ascoltatore con un elegante e ragionato mix di adult oriented rock basato su una forte melodia, ottimi refrain, chorus line accattivanti senza però cadere nel cliché scontato di questo tenere, impreziosendo il tutto con controtempi, cambi di ritmo e alcune delizie tecniche.
Questo è un full lenght album che sicuramente non farà gridare al miracolo e nemmeno marchierà a ferro e fuoco il music world ma indubbiamente sarà capace nella sua interezza di accontentare più palati musicali, cosa ardua di questi tempi.
I brani presenti in Wide Open Sky alternano una vena nostalgica a spruzzate di ottimismo, in questo mostrando una peculiarità rispetto a tante band europee dal mood più canonico e nel complesso, i pezzi presenti in questo album sono forse meno incisivi rispetto ai precedenti due lavori, pur facendosi apprezzare per il gusto e la delicatezza ma piaceranno agli appassionati dell’AOR e a chi, in particolare, associa il genere ai Journey, con la timbrica di Oliver che ha spesso suscitato paragoni con Steve Perry.
Secondo me piaceranno anche a chi non disdegna che alle sonorità AOR vengano mescolate contaminazioni del progressive metal, in particolare grazie al fantasioso lavoro del chitarrista Marcelo Gelbcke, altro punto di forza della band.
“Intoxicated” e “Higher Than The Moon” sono soprattutto vetrina per le acrobazie vocali di Oliver.
Ho trovato la scrittura delle canzoni e la bravura dei musicisti eccezionali, specialmente l’attenzione alla melodia della canzone, al ritmo rock e al Groove, alla bella armonia vocale di gruppo e agli assoli di chitarra molto forti.
Il sound melodic Rock-AOR dei Landfall può essere descritto come un cocktail di leggende del melodic rock classico come Journey e alcune influenze leggermente più pesanti, come Dokken, White Lion ed Extreme.
Vi consiglio di ascoltare i brani di questa per meglio farvi una vostra idea, vi assicuro non ve ne pentirete, spesso queste band meno conosciute hanno un ottimo potenziale che va premiato!
Da parte mia è tutto.
Alla Prossima da SonoSoloParole.
Ciao SonoSoloParole!
Che dire, grazie mille per il bellissimo post che hai scritto! Ho appena ascoltato l’album dei Landfall e l’ho fatto tutto d’un fiato, è stato davvero un viaggio musicale emozionante. La tua recensione è stata perfetta, non solo per la qualità dei contenuti, ma anche per il modo in cui sei riuscita a trasmettere l’anima del disco. Complimenti di cuore, te lo meriti proprio!
È sempre un piacere leggere la tua opinione, soprattutto quando riesci a rendere così interessante anche un disco che magari non conoscevo. Sono felice che tu condivida queste tue riflessioni, perché non solo sono utili, ma ti fanno anche scoprire nuovi orizzonti musicali. Ti faccio i miei complimenti pubblicamente anche sul blog, perché penso che lavori come il tuo vanno apprezzati e valorizzati.
E attenzione… nella prossima puntata di Delta Music potrei “rubarti” qualche spunto o idea per la trasmissione!
Ti auguro una vita sempre piena di musica, felicità e tanti momenti belli.
Un abbraccio e ancora grazie,
Enrico.