Il mio racconto sul viaggio a Corfù continua…
Se Corfù Town sa stupire col suo volto cosmopolita, altrettante emozioni sanno regalare i suoi dintorni grazie ad attrazioni turistiche il cui eco ha superato i confini dell’isola. Sto parlando di importanti edifici storici come l’Achilleion, rifugio della bella imperatrice Sissi, o come le peculiari strutture che disegnano il territorio della penisola di Kanoni o le mura bizantine della chiesa di Agii Iason e Sosipratos.
Quelli di voi che come me hanno visto la serie di film con Romy Schneider dedicati all’imperatrice che ha segnato la storia dell’Austria del XIX secolo (la Principessa Sissi), conoscono almeno in parte la vita della grande Elisabetta di Baviera. Se vi recate a Corfù, potrete addentrarvi ancora di più nel suo mondo, perché è questa la terra che ha eletto a rifugio. Innamorata di questa perla appartenente all’arcipelago delle isole Ionie, decise di far costruire, a circa una decina di chilometri da Corfù città, capitale dell’isola, un palazzo dove poter ritemprare il suo spirito provato.
Fece costruire uno sfarzoso palazzo con vista mare e sulla città di Corfù 10 km a sud della città stessa, a Gastouri. Elisabetta d’Austria amava svegliarsi la mattina, aprire il balcone e ammirare a città che tanto le piaceva, col suo mare.
Il palazzo fu costruito dall’architetto napoletano Raffaele Caritto nel 1890: costruito in stile pompeiano, doveva basarsi sul mito dell’eroe greco Achille. Per questo fu ribattezzato col nome di Achilleion, in onore della cultura greca e del mitico eroe che tanto adorava. La bellezza dell’architettura e dei paesaggi che lo caratterizzano lo hanno spesso reso soggetto della letteratura e del cinema.
II Palazzo è circondato da meravigliosi giardini composti da statue di personaggi storici, aiuole, palme e rose.
Per esempio, sapete che il giardino che si può ammirare nel film “Solo per i tuoi occhi” che gli appassionati di James Bond sicuramente ricorderanno, fa parte del grande parco che attornia questa villa? Oggi nei suoi magnifici spazi, sia esterni che interni ci si si perde nei meandri del tempo, immaginando i passi di questa sovrana dal triste destino echeggiare tra piante e pareti tanto che una modella passeggia per i giardini vestita con abiti dell’epoca riecheggiando la Principessa Triste. D’altronde se l’Achilleion è diventato uno dei luoghi più visitati della mitica Kerkyra non è solo per la sua innegabile bellezza, per i panorami meravigliosi che si possono ammirare dalle sue terrazze: è soprattutto per il fascino che questa donna ha esercitato, in vita e ancora di più dopo la sua morte che ha reso il suo ricordo eterno.
Correva il 1889 quando il principe ereditario Rodolfo d’Austria si suicidò con la sua amante, a Mayerling. L’anno successivo iniziarono a Gastouri, i lavori per l’edificazione del palazzo che avrebbe permesso a Elisabetta d’Austria di liberarsi delle incombenze della corte viennese e di poter liberamente elaborare il suo lutto. Era affezionata a quel luogo, che frequentava ancora prima che divenisse di sua proprietà. L’anno precedente aveva acquistato dal suo amico Petros Vrailas Armenis, personaggio di spicco della Corfù di allora, Villa Vraia, dove aveva risieduto durante le sue vacanze greche, e ben 80 ettari del terreno che la attorniava. I suoi possedimenti si estendevano fino al blu dello Ionio che lambiva quella parte di costa corfiota, passando per un bellissimo boschetto che fu ribattezzato in seguito “bosco dell’Achilleion”. Si servì della professionalità di Raffaele Caritto, architetto italiano da lei appositamente scelto, per trasformare il suo acquisto in un palazzo da sogno, interamente dedicato alla cultura e alla mitologia greca che tanto amava.
Alla sua morte, che avvenne nel 1898, la residenza venne chiusa. Solo nove anni dopo venne acquistata dal Kaiser Guglielmo II di Germania, che la rese protagonista delle sue vacanze primaverili ed estive lui come Sissi amante dell’antichità classica ma era meno sensibile della sua omologa austriaca, mantenne la dedica all’eroe dell’iliade ma a fianco della statua dell’eroe romanticamente morente fece innalzare un Achille vittorioso alto 10 metri che svettando dalla collina verso la baia ed è ancora visibile da tutti gli abitanti della valle fino al capoluogo si dice che gli abitanti dei paesi vicini che, non troppo ferrati mitologia greca classica, alla vista di quella statua così enorme scambiarono l’eroe dell’iliade per un santo un pò diverso dai loro portato dall’imperatore dalla Germania protestante.
Viene gestito dall’Ente Nazionale Greco del Turismo ed è aperto ai visitatori, tutti i giorni.
Seguendo le indicazioni dell’imperatrice, Raffaele Caritto e Antonio Landi riuscirono in pochi anni a trasformare la villa originaria nel sogno di Sissi. Fu terminata nel 1891 e divenne l’oasi di pace della sfortunata sovrana che, tra le sue statue, i suoi affreschi, le fontane e il verde dei suoi giardini riusciva finalmente a sentirsi a casa. Si trova a 145 metri sul livello del mare, in cima ad un’altura dalla quale si gode una vista magnifica sul paesaggio circostante: Pontikonissi, il monastero di Vlacherna e Corfù città da qui si possono ammirare in tutto il loro splendore.
Si accede alla tenuta che la custodisce attraverso un cancello in metallo, dove spiccano, sorrette da due cavalli alati, le lettere dorate che ne compongono il nome. In stile prettamente pompeiano, occupa una superficie di circa 200.000 mq che si sviluppa su di tre piani
La sua facciata principale mette in evidenza tutta una serie di colonne doriche atte a sorreggere una delle terrazze panoramiche della villa, balconi sull’infinito di cielo e mare che li attornia. In tutto comprende ben 128 stanze, ma sono visitabili solo quelle del piano terra un tempo riservate all’imperatrice. Anche i meravigliosi giardini possono stupendi; al pari degli interni riescono a trasmettere l’amore di questa grande donna per l’arte e la bellezza, armoniosamente inserite in quadri naturali di grande impatto.
La prima sala che ho incontrato entrando nella villa è stata quella dei ricevimenti, i cui soffitti splendidamente affrescati, si sono avvalsi del pennello di artisti italiani. Sul fondo di essa domina la scena una scala maestosa, sorvegliata da due statue bronzee raffiguranti Zeus ed Hera. Salendo i suoi gradini si arriva ad ammirare un secondo grande affresco dove un Achille trionfante, in piedi sul suo carro, trascina il corpo del povero Ettore sconfitto. Da questo primo salone si accede all’ala che porta alle stanze private della sovrana, dove sono conservati il mobilio e gli oggetti che le appartenevano oltre a diversi suoi ritratti o dipinti raffiguranti i membri della sua famiglia. Nell’ala destra sono situate altre sale che contengono ricordi della vita dei due regnanti che si sono avvicendati tra le sue pareti, e la cappella cattolica di Elisabetta col grande affresco che raffigura il processo del Cristo.
Se l’interno del palazzo mi ha lasciata a bocca aperta, altrettanto si può dire dei suoi giardini dove tra mirti, limoni ulivi e oleandri si inseriscono statue che celebrano la mitologia e la letteratura greca; muse, dei, eroi greci, poeti e l’onnipresente Achille spuntano in ogni dove: nel peristilio attiguo al palazzo, chiamato peristilio delle muse, nelle diverse terrazze, nel tempietto oggi distrutto dove il Kaiser aveva disposto la statua dell’imperatrice che oggi troviamo all’ingresso del palazzo.
Sissi teneva in particolar modo al suo bel parco e alle sue statue. La sua preferita era quella dell’Achille morente, che simboleggia la villa stessa e che lo raffigura mentre cerca di togliersi la lancia dal suo vulnerabile tallone. Passeggiava spesso tra i roseti che adornavano aiuole e sentieri, e passava ore intere seduta sulla panchina della cosiddetta “Terrazza delle lacrime” dove era solita scrutare il mare e pensare al suo caro Rodolfo che aveva scelto di chiudere gli occhi per sempre.
Sono particolarmente degne di nota le statue delle nove muse, situate accanto al giardino lungo la “Terrazza delle Muse”. Da lì, Sissi può vedere anche il sepolcro in memoria del suo amato figlio Rodolfo.
La Grecia per Sissi è il paese della fuga nell’antichità. L’imperatrice soggiorna a Corfù due volte all’anno, fino alla sua morte, viaggia verso la sua isola preferita sul mar Ionio con la nave da Trieste. La prima cosa che Sissi vede al suo arrivo è la statua di Heinrich Heine, che in seguito farà spostare in una loggia nel bosco, nei pressi della costa. In questo modo, ella manifesta la sua grande ammirazione per il poeta tedesco.
Suo marito Francesco Giuseppe non la segue mai nei viaggi in Grecia. Grazie al suo mentore greco, Konstantinos Christomanos, un grande ammiratore della Grecia antica, Sissi non solo impara perfettamente la lingua, ma si avvicina anche alla mitologia greca. Questo paese diventa per Sissi la “patria dell’anima”. In quest’epoca l’antichità non è apprezzata solo dall’irrequieta imperatrice, è una moda molto diffusa.
A sud della baia di Garitsa, vi è anche il mulino a vento di Anemomilos.
Altro luogo ormai iconico e diventato uno dei simboli dell’isola: si trova a pochi chilometri dal centro storico di Kerkyra, lembo di terra situato nella parte meridionale della baia di Garitsa che collega alla terraferma il biglietto da visita dell’isola: II Santo Monastero di Panagia Vlacherna è un monastero di religione greco ortodossa costruito nel XVIII secolo ed è dedicato alla Vergine Maria di Vlahernon. Fu utilizzato come convento fino al 1980, quando poi perse la sua originale funzione. Si situa su un isolotto e ed è collegato alla penisola di Kanoni da uno stretto pontile pedonale in cemento, che funge anche da porticciolo e da attracco alle barche dei pescatori.
II Monastero di Vlacherna è ormai un luogo iconico dell’isola.
Oggi, in questa piccola chiesetta bianca, si svolgono le celebrazioni religiose mentre l’accesso al monastero è libero. Entrando sulla sinistra troverai anche un negozio di souvenir.
Questo Monastero lo si può raggiungere attraverso due percorsi. Uno è provenendo dalla strada Nafsikas, a nord del monastero, dove si trova lo Skyview e da dove puoi scattare la classica foto dall’alto, l’altro modo per raggiungerlo è utilizzando il Perama Bridge, un ponte di cemento pedonale che collega la penisola di Kanoni con la penisola di Pontikonisi. II Perama Bridge è il ponte dove ci si ferma a vedere gli aerei che ti passano sopra la testa. Non a caso, un’altra foto iconica è quella dell’aereo che atterra passando sopra il monastero.
Un’esperienza da fare a Corfù è quella di attraversare il ponte di Perama e vedere gli aerei da vicino.
Non è come andare a St. Maarten o Skiatos dove li ti passano proprio sopra la testa. Qui passano un po’ più alti ma è comunque qualcosa di molto emozionante e figo. Il ponte di Perama è una lingua di cemento che collega la spiaggia di Pontikonisi alla penisola di Kanoni: è una striscia molto stretta, lunga qualche centinaio di metri, dove la gente si ferma per vedere i decolli e atterraggi.
Si può attraversare in entrambi i sensi e sedersi sul muretto rialzato. Per vedere decolli e atterraggi occorre consultare gli orari di partenze e arrivi nel sito dell’aeroporto di Corfù. Troverai molte persone intente a scattarsi le foto di rito o a fare video.
Se vuoi vedere Corfù dall’alto, non ti resta che recarti nel paesino di Pelekas dove si trova il Trono dell’imperatore Guglielmo II. Nonostante si chiami trono, è un osservatorio realizzato sulle rocce della montagna in posizione rialzata dall’imperatore. Pelekas si trova a 13 km da Corfù Town e l’imperatore amava ritirarsi qui per ammirare tutta l’isola, da costa a costa. L’osservatorio si trova 270 metri di altezza ed è una chicca da non perdere.
Dal porticciolo potrai prendere una barca per raggiungere l’antistante Isola dei topi, l’isolotto di Pontikonissi come comunemente viene chiamata, sulla sommità della quale sorge la piccola cappella bizantina di Pantokrator, altro posto fantastico per chi ama i panorami.
Questo isolotto tutt’oggi incontaminato, grazie al suo fascino ed alla sua tranquillità, era molto amato anche dall’Imperatrice Sissi. Secondo la mitologia greca, l’isolotto di Pontikonissi sarebbe la nave di Ulisse trasformata in pietra dal dio Poseidone.
E’ stato meraviglioso da visitare soprattutto al tramonto, quando il paesaggio intorno cambia i colori del cielo e del mare regalando spettacoli da cartolina.
Oltre alla meravigliosa vista sull’isola e su Corfù town, da qui si possono ammirare anche i tramonti sul mare in posizione privilegiata. C’è anche un ristorante, il Sunset cafè, con posti a sedere e affaccio sul mare. L’accesso all’osservatorio è libero e gratuito e una volta terminata la visita è possibile ammirare le foto dell’epoca.
In cima all’osservatorio si trova un cannocchiale gratuito dove puoi ammirare alcuni luoghi sull’isola: per sapere cosa stai guardando, sulla ringhiera ci sono indicati i nomi dei vari luoghi d’interesse.
L’osservatorio fu costruito dall’imperatore Gugliemo II, terzo e ultimo imperatore di Germania e Russia: egli amava recarsi qui nel silenzio del luogo, per ritirarsi a riflettere e per gustare il panorama quasi a 360° Situato a nord dell’isola, a pochi chilometri dalla frizzante cittadina turistica di Sidari, si trova il Canal d’Amour. E’ un braccio di mare compreso tra due insenature rocciose generate dall’erosione del mare e del vento. La roccia friabile di cui è composta questa piccola baia, è stata modellata dagli agenti atmosferici che hanno creato uno scenario unico. Le rocce sembrano modellate da artisti e durante la giornata, in particolare al tramonto, assumono colori pastello dal giallo all’ocra fino all’arancio.
Poi viè Sidari è nota per la sua vivace vita notturna e molti dei ragazzi che alloggiano nella località passano le giornate nelle spiagge delle insenature formatesi nelle rocce. Al termine dell’insenatura del canale dell’amore si trova una piccola spiaggetta: la bellezza del luogo e la leggenda che circonda questo luogo attirano moltissimi turisti rendendo la spiaggia difficile da godere. Per trovare posto occorre andarci la mattina presto. Ed è proprio la leggenda che aleggia su questo luogo ad attirare molte giovani coppie. La leggenda dice che se la coppia percorrerà assieme a nuoto tutto il tratto del Canal d’Amour, i due rimarranno innamorati per sempre. Sarà vero?
A 10 minuti di auto dal Canal d’Amour si trova un altro luogo molto interessante da vedere nell’isola di Corfù. Si tratta di Capo Drastis ed è il punto più a nord di tutta l’isola. La sua particolarità sta nel fatto di avere delle scogliere di strana conformazione, con minuscole grotte marine, piccole insenature e alcune baie con spiagge difficilmente raggiungibili.
Se vuoi visitarlo da vicino lo devi fare in barca, noleggiandone una a Sidari. La visita in barca o a piedi è sconsigliata col forte vento meno male non c’era vento nella mia visita.
Lungo la costa occidentale ci sono molti punti da dove è possibile ammirare il tramonto dalla spiaggia. C’è però un punto in particolare che viene considerato il migliore per vedere il tramonto sul mare: è la spiaggia di Logas. E’ conosciuta come Logas, the sunset beach proprio per questa ragione. Confesso che la spiaggia non è granchè: si deve scendere fino alla spiaggetta tramite una scalinata e il mare non è bellissimo, sebbene sia circondato da una scogliera magnifica. Però tutti si recano qui perchè il tramonto si può vedere da posizione privilegiata: dal percorso in discesa, dalle panchine o dalla terrazza del bar 7th Heven Cafè sorseggiando un fresco drink e mangiando una buona Moussaka (sformato di melanzane e carne trita).
La spiaggia di Logas si trova sempre a Peroulades ma è una location molto popolare quindi nel caso decidessi di ammirare il tramonto qui, ti consiglio di recartici con largo anticipo, almeno un’ora e mezza prima del calar del sole. Più che altro perchè il luogo è molto frequentato e i parcheggi sono molto scarsi. Ce ne sono di gratuiti oppure a pagamento – c’è una casa privata che ti permette di parcheggiare a 5€ – ma arrivare troppo vicino all’ora clou e non riuscire a parcheggiare potrebbe voler dire perdere il tramonto.
Ed io non me lo sono perso!
Nella mia vacanza ci ho inserito anche le cascate di Nymfes.
Un percorso generalmente considerato facile che richiede una media di poco più di un oretta per essere completato. Questo è un sentiero popolare per Trekking, ma si può ancora godere di un po’ di solitudine durante le ore più tranquille della giornata.
Il bellissimo percorso parte dal villaggio di Nymphes, nella parte settentrionale e centrale di Corfù. Questa zona semi-montana è ricca di sorgenti e acque in una vegetazione lussureggiante. Il percorso si dirige inizialmente a nord verso il monastero di Pantokratoros, poi attraversa il torrente Nerotrivies e corre parallelo al suo letto, verso sud, lungo la sua sponda orientale. Il percorso raggiunge le cascate più impressionanti dell’isola, le cascate di Nymphes. Le loro acque cadono da un’altezza di 15 metri, formando una piccola piscina, in una posizione magnifica. Il ritorno al villaggio segue un percorso diverso verso nord-ovest. Il nome proviene dalle ninfe che, secondo la leggenda, si lavavano qui. Vi consiglio scarpe comode da trekking per camminare comodi.
Data anche A Corfù la siccità non è che le cascate erano a pieno regime. Il contesto non si discute, magari se ci fosse stata un po’ di acqua in più ci sarebbe stara una cascata a pieno regime, quando lo sono, sono alte 15 metri circondate da vegetazione rigogliosa.
Altra tappa da vedere a Corfù Town è a Gouvia per vedere l’arsenale Veneziano di Govino. Si trova a 8 km dal centro e fu costruito sotto la dominazione veneziana.
La costruzione dell’arsenale, inteso come cantiere navale per la costruzione delle navi, risale al 1716 e fu dettata dal fatto che Venezia voleva riconquistare i territori persi durante la prima guerra di Morea. La Serenissima aveva bisogno di un sito in terra greca adatto alla riparazione e manutenzione delle navi. Fu individuato strategicamente nel paesino di Gouvia, dove si trovava una baia a mezzaluna ben protetta da due istmi. Le montagne e le colline garantivano protezione alle spalle e legname adatto alla riparazione delle navi. All’ingresso dell’arsenale vennero posizionati delle batterie di cannoni a difesa dell’area.
Oggi è possibile visitarne i resti: sono rimasti solamente i tre scali, con le arcate e i muri interni. Un muretto ed una recinzione ne delimitano l’esterno. Sulla chiave di Volta del cancello si trova l’iscrizione “ZBM ANNO MDCCLXXVIII” dove MDCCLXXVIII è 1778, l’anno che indica o la costruzione o il restauro del cancello. La visita è brevissima ma vi consiglio di andare a visitare questo pezzo di storia a cielo aperto.
Poi per il “palato” Con 75 euro c’è la possibilità di fare un tour a piedi privato a tema gastronomico ed avere una guida privata per mostrarti dove trovare ritrovi gastronomici locali nascosti e luoghi fuori dal solito percorso turistico. Il tour visita una panetteria a conduzione familiare, un negozio di alimentari, un mercato alimentare e una taverna per deliziose prelibatezze come torta al formaggio, filetto di maiale affumicato, formaggi locali, dolci, gelati, birra allo zenzero e liquori locali.
L’avventura culinaria a Corfù inizia con una tradizionale colazione greca in un piccolo panificio a conduzione familiare nel cuore della città di Corfù. Assaggiando le torte greche più deliziose tra cui Cheese Pie e Mpougatsa (torta alla crema greca con phyllo) accompagnate da una rinfrescante Gingerbeer, la bevanda analcolica più popolare di Corfù e un’eredità degli inglesi!
Con la guida locale al fianco, si passeggia nel labirinto di vicoli stretti della città di Corfù, immersi nella vibrante atmosfera della città e guardare la città attraverso gli occhi di un locale! Assaggiare i famosi dolci e liquore Kumquat, la bevanda tipica di Corfù, e fermarsi in un negozio di alimentari tradizionale per provare i salumi locali, tra cui il Noumboulo Fumicado, il famoso filetto di maiale affumicato di Corfù, insieme a un mix di formaggi greci.
Nel tour vi è anche con un delizioso pranzo in una taverna locale nel cuore della città di Corfù assaggiando le ricette preferite di Corfù, tra cui Sofrito e Pastitsada, insieme a un bicchiere di ouzo! Il pranzo è abbondante ma c’è anche un po ‘di spazio per il dessert con il gelato più delizioso nella pasticceria più rinomata di Corfù.
Così faceva un vecchio e famoso slogan pubblicitario del Pinot Chardonnay Cinzano negli irripetibili anni ’80. Come quel prosecco, Corfù è “stuzzicante ma di classe, maliziosa ma ufficiale, e sempre, sempre, sempre imprevedibile.” Per questo piace terribilmente a chiunque. Tanto da essere diventata negli anni una delle isole greche più turistiche, una di quelle isole che sono come il prezzemolo, vanno bene a qualsiasi tipo di turista. Non solo per quelli che cercano un posto che possa offrire tutto il meglio della Grecia condensato in una settimana di vacanza. Anche per quelli che cercano tranquillità e solitudine, perché, pochi lo sanno, Corfù ha dei splendidi atolli poco turistici a portata di un’oretta di battello.
Fortunatamente, le brezze marine soffiano costanti, fornendo amato sollievo. I venti non spaventino, comunque: Corfù si trova nello Ionio, ossia fuori dalla zona del famigerato Meltemi. Ciò aiuta a tenere alta la temperatura del mare, e direi che non ci dispiace affatto. E poi Corfù ha una nightlife spumeggiante.
Tra il 1824 e il 1831 il commissario britannico a Corfù , Sir Frederick Adam, fece un regalo spettacolare a Nina Palatianou, sua moglie originaria dell’isola: il Palazzo di Mon Repos , che rende giustizia al suo nome evocativo di riposo e relax (francese per “Mio riposo”).
Fu costruito sui resti di Paleopoli, l’antica città di Corfù, e accanto al palazzo furono rinvenuti i resti di un tempio costruito nel VII secolo aC, dedicato ad Hera, la madre degli dei. È considerato uno dei templi più grandi della Paleopoli.
Il palazzo è stato costruito sulla sommità della collina Analipsis, vicino alla zona Kanoni, in uno splendido ambiente ricco di verde. È un palazzo piccolo ma molto bello, con elementi architettonici coloniali. Fu la residenza estiva dei governatori britannici di Corfù e quando le Isole Ionie furono unite alla Grecia nel 1864, fu donata al re Giorgio I di Grecia. Qui nacque il principe Filippo, duca di Edimburgo, futuro consorte della regina Elisabetta II.
Attualmente il Palazzo Mon Repos è di proprietà del Comune di Corfù ed è considerato uno dei le principali attrazioni turistiche dell’isola; Completamente restaurato, ha recuperato le sue caratteristiche originarie ed è visitato ogni anno da centinaia di turisti.
Il Museo Paleopolis Mon Repos , con molti tesori del Mar Ionio, ed è anche un piacere passeggiare tra i suoi parchi e giardini. Si tratta di un museo di recente creazione, con l’obiettivo di riflettere la natura della città di Corfù e mostra anche la storia di Paleopolis come città dal grande passato la cui impronta sopravvive visibilmente in molti oggetti e monumenti: il visitatore avrà una visione completa della storia della città di Corfù, dai tempi antichi ai giorni nostri.
Vi è una elegante, sobria iscrizione dipinta in caratteri dorati su un campo blu e bordeaux a forma di scudo, come sorretta da due bianche colonne a imitazione dello stile dorico. Recita semplicemente, in greco e in inglese: “Il principe Filippo, duca di Edimburgo, è nato qui nel 1921“.
Alle ville neoclassiche della campagna veneta si rifà non a caso anche l’edificio residenziale della tenuta di Mon Repos.
La villa di Mon Repos ,museo in parte archeologico e in parte arredato con l’eleganza e il mobilio che doveva avere ai tempi in cui fu precipitosamente abbandonato dalla famiglia reale. Ciò nonostante, il suo nome appare sempre giustificato: entrando in quegli alti, ombrosi, naturalmente freschi ambienti, si tira un sospiro di sollievo dopo tanto fulgore, lucore e calore dell’esterno.
Nel cuore del centro di Corfù si trova “la Casa Parlante” che è un “museo vivo”, un museo dove la storia della Vecchia Città di Corfù si anima ed invita il visitatore a viaggiare nel tempo.
Nelle vicinanze della piazza centrale Liston di Corfu, il museo presenta in maniera originale la vita quotidiana degli abitanti dell’isola nel passato.Utilizzando tecnologia innovativa, bambole e robot “quasi umani”, ma anche allestimenti autentici, immagini, suoni e profumi di altri tempi, la “Casa Parlante” ricrea l’immagine della Corfù del 19° secolo.
Il museo racconta la storia di una famiglia che “abita” nella “casa parlante”, ovvero la famiglia del Conte di Corfu, formata dalla coppia di nobili, dai loro figli e dai nonni e da altre due cameriere che lavorano per la famiglia.
All’ entrata nel museo, il visitatore viene accolto calorosamente dalle guide: “Benvenuti! Per favore, entrate! Il Conte sarà con voi tra poco. Sarebbe felice d’incontrarvi con la Contessa nella sala da tè”.
Successivamente inizia il viaggio “nel tempo” e nelle sette camere della casa: il visitatore incontra per esempio i bambini della famiglia che suonano strumenti musicali, sente i profumi della cucina, ascoltando i racconti della cuoca che spiega anche il suo modo di cucinare, legge le notizie del giornale del Conte, incontra il Conte e la Contessa mentre prendono un tè nel salotto di casa. Gli abiti delle figure, i mobili e la decorazione della casa sono oggetti originali dell’epoca.
L’ “anima” della Casa si chiama Dora Eftymiou, che ha finanziato il progetto grazie al Premio Greco Imprenditorialita’, vinto assieme a sua madre nel 2013. Fondato nel 2014, il museo e’ diventato in pochi anni la prima attrazione della città di Corfù e la terza in tutta l’isola.
Bellissimo tour in una bellissima casa arredata come una volta! Sembrava di tornare indietro nel tempo e respirare l’atmosfera di una volta!
Chiunque si trovi a Corfù, deve visitarla assolutamente data la sua posizione centralissima nella città, organizzano dei tour in lingua, noi abbiamo dovuto aspettare una decina di minuti per il tour con lingua italiana e nell’attesa ci hanno offerto il liquore alla rosa e dei cioccolatini. Il tour è servito anche per conoscere un po’ di più della storia e delle tradizioni popolari di Corfù: è la vecchia casa di una famiglia di aristocratici corfioti con la loro servitù, attraverso il racconto della loro vita si scopre così un pezzo di storia, con la ricostruzione delle stanze e dei personaggi che vivevano realmente lì. Realizzato molto bene, è un interessante spaccato della vita di una famiglia greca benestante della Grecia di un tempo.
I protagonisti di questa ricca famiglia di Corfù del XIX secolo sembrano voler comunicare con gli ospiti (figure a grandezza d’uomo di silicone molto espressive, smoventi e calate nella loro routine quotidiana – la signora beve il the, il conte legge il giornale, la cuoca prepara il pranzo, ..). Il mobilio, l’arredamento e gli oggetti sono tutti originali ed il visitatore, grazie alla conoscenza “personale” con la famiglia, riesce a cogliere la vita di allora nella sua essenza.
Questo è tutto da parte mia su Corfù città.
A chi sta partendo Buone vacanza!
E se non avete scelto ancora la meta della vostra vacanza allora pensate a Corfù e alle sue bellissime spiagge vi assicuro che tornerete non solo abbronzati ma “carichi” di un bagaglio di cultura di tutto rispetto!
Alla prossima da SonoSoloParole.
Ciao Sonosoloparole,
conoscevo Corfù essendoci stato due volte, ma dopo aver letto il tuo reportage, confermo quanto già espresso a suo tempo…. Sei sempre la N 1 ..Top.
Grazie 🙂
Airton Graziee sei gentilissimo, Beh allora sai che è una vera scoperta Corfù tra Arte . Mare e storia… Buona estate e Buon Ferragosto!!